Femminicidio a San Stino: chi era Cinzia Luison, la parrucchiera uccisa a bottigliate

Oggi il salone di bellezza chiuso per lutto. Il corpo della donna trovato da una delle due figlie della coppia. Dietro ai litigi l'ombra di questioni economiche

Venezia, 7 dicembre 2022 - "Ciao Cinzia". Il salone di Cinzia Luison da ieri è chiuso per lutto. Il compagno l'ha uccisa a bottigliate, poi ha chiamato i carabinieri e ha confessato l'atroce delitto. Vittima del femminicidio di San Stino di Livenza, Venezia è  Cinzia Luison, 60 anni, nota parrucchiera con la passione per l'ayurvedica. L'assassino, reo confesso,  è il compagno, Giuseppe Pitteri, detto Walter, 65 anni, ex autista dell'Actv, l'azienda veneziana dei trasporti pubblici.

Cinzia Luison, vittima di femminicidio
Cinzia Luison, vittima di femminicidio

L'omicidio all'ora di pranzo, verso le 13, arriva al culmine di una lite, forse l'ultima scoppiata per questioni economiche. Pitteri, sarebbe stato seguito da un amministratore di sostegno per i problemi di cui soffriva legati alla getione del denaro. Una tragedia alla quale si è trovata di fronte anche la figlia più piccola dei due, che rientrando a casa ha trovato il corpo della madre senza vita.  Secondo un'altra ricostruzione, ancora tutta da confermare, la donna si sarebbe messa in mezzo tra una delle due figlie e il padre che l'aveva aggredita, ma l'esatta dinamica e movente sono ancora da chiarire.

L'ex autista in pensione e la parrucchiera ayurvedica 

La coppia era molto conosciuta, soprattutto Cinzia Luison che con il suo salone a Blessaglia di Pramaggiore che gestiva con la sorella, era riuscita a farsi strada dentro e fuori il paese.  Aveva dato una linea all'attività puntando sulla bellezza come ricerca di un benessere profondo anche nel rispetto e nella tutela dell’ambiente, in linea con la filosofia orientale ayurvedica, basata appunto sul rispetto dell'ambiente e la ricerca dell'equilibrio psico-fisico. Una strada che nel 2011 l’aveva portata ad essere tra i finalisti dell’Aveda Master-jam, proprio Cinzia si era classificata al primo posto per l’Italia. Tante delle sue clienti, saputa la tragedia, ieri si sono precipitate sotto la casa di via del Donatore. 

Giuseppe Pitteri, detto Walter, originario di Mestre, 65 anni, ex autista della Actv, l’azienda veneziana di trasporto pubblico, era andato in pensione nel 2016. Chi lo conosce lo descrive come una persona molto semplice e tranquilla e non riesce a spiegarsi tanta violenza. Due le figlie della coppia, di 22 e 26 anni. 

La confessione 

Sul posto dell'ennesimo femminicidio è arrivato il magistrato delle Procura di Pordenone, Carmelo Barbaro, che ha interrogato l'uomo. Nella caserma di San Stino di Livenza, davanti ai carabinieri del posto, i colleghi di Portogruaro e al pm, Pitteri ha confessato  subito. "Ho perso la testa".  Ma il pm, che ha convalidato  il fermo, lo accusa di omicidio volontario aggravato dai vincoli familiari e dai futili motivi.  Cinzia è l'ennesima donna uccisa in ambito familiare, il 54esimo in Italia dall'inizio dell'anno. 

"Una piaga sociale",  il commento ieri pomeriggio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. "La morte di Cinzia Luison ci richiama alla tragica quotidianità dei fatti e ci riempie il cuore di amarezza per quello che forse poteva essere evitato. Di fronte alla morte di una persona in questo modo possiamo solo dire che la violenza a nessun livello è tollerabile e va condannata senza se e senza ma con l'impegno di tutti. Fondamentale denunciare: abbiamo una rete antiviolenza fatta di 26 centri, 38 sportelli, 28 case rifugio".