Venezia, ingresso su prenotazione per visitare la città. Ecco cosa cambia e da quando

Dal 16 gennaio 2023 al via il "contributo d'accesso" per i turisti alla città lagunare. Assessore Venturini: “Non vogliamo far cassa”

Ticket d'ingresso a Venezia

Ticket d'ingresso a Venezia

Venezia, 16 maggio 2022 – Da luglio per entrare a Venezia sarà necessario registrarsi. Calli e campi di nuovo prese d’assalto dai turisti dopo due anni di pandemia, hanno fatto tornare la città a fare i conti con i disagi di sempre. Alla ricerca di un turismo sostenibile e, per riuscire ad arginare l’enorme flusso di visitatori in alcuni periodi dell’anno, l’amministrazione Brugnaro sta per varare un sistema di prenotazione online che diventerà, di fatto, un passaggio obbligato per fare una visita a Venezia.

La rivoluzione, per ora in via sperimentale, partirà entro la prima metà del mese di luglio (data ancora da stabilire), tempo sei mesi e il sistema andrà a pieno regime e, a pagamento, secondo un sistema di bollini dal verde al nero. A partire dal 16 gennaio 2023 la tariffa ordinaria per il contributo d’accesso a Venezia sarà pari a 6 euro, salvo nelle giornate da “bollino verde” 3 euro, la quota salirà a 8 euro nelle giornate da “bollino rosso” e a 10 euro nelle giornate da “bollino nero”. Per i vettori, invece, è prevista un’unica tariffa da 7 euro. Il ticket d’ingresso, obbligatorio per le visite giornaliere, non andrà versato dai residenti e dai turisti pernottanti.

Ma come funzionerà: con un Qr code come per il Green Pass? Sono previsti incentivi? E sconti? Per chi arriverà in auto a Venezia funzionerà allo stesso modo di chi arriverà in treno? cosa cambia e da quando lo abbiamo chiesto all’assessore al Turismo, Simone Venturini.

Assessore più di mezzo milione di turisti a Pasqua. Venezia torna a fare i conti con le calli invase, locali e vaporetti stracolmi…

“In primo luogo consentiteci di esprimere soddisfazione per il fatto che Venezia è la stata la prima città a ripartire con il piede giusto e con numeri importanti dopo due anni di pandemia davvero difficili. C’è un grande sollievo per la ripresa del lavoro per molti: due anni di assenza di turismo per Venezia hanno rappresentato una grande difficoltà per tantissime famiglie che di turismo vivono. Turismo inteso come senso profondo: non ci sono solo gli hotel ma tutta la città è interessata dalla filiera. In secondo luogo questa ripartenza ha riportato in evidenza anche quella che era l’ordinarietà prima della pandemia e un fenomeno, quello dell’overtourism veneziano, subito e quasi accettato. Questi grandi numeri ora devono essere gestiti, il livello di stress che la città può sopportare non è più quello pre-pandemia perché è cambiato il mondo nel frattempo e anche le nostre sensibilità. Oggi bisogna distinguere fra le diverse tipologie di turismo”.

Spieghi meglio…

Il turismo pernottante vive ritmi diversi da quello giornaliero, di fatto sono cittadini equivalenti con un differente approccio alla città. Quello che fa la differenza, in termini di eccesso di pressione in alcune porte d’ingresso alla città, in alcuni orari e direttrici, è proprio quello giornaliero. Un tema da affrontare per Venezia come per molte altre città d’arte. Per farlo ci eravamo mossi in tempi di pre-pandemia ottenendo dallo Stato la possibilità di introdurre il “contribuito d’accesso” per Venezia e così abbiamo preparato una piattaforma digitale che presto andremo ad avviare. Lo scopo è quello di arrivare a un sistema di prenotazione obbligatoria della visita a Venezia se sei un turista giornaliero, mentre il turista pernottante è automaticamente prenotato.

Un altro dato che fa scalpore è quello del turismo fantasma: 20mila per notte

Va detto che 20mila è il divario fra i posti letto autorizzati e le presenze rilevate dalla smart control room del Comune di Venezia, che ci consente di sapere quante persone sono presenti in città, un dato oggettivo collegato alle presenze delle celle ancorate dei telefonini. Visti nel dettaglio tra i 20 mila abbiamo qualche migliaio di parenti in visita, qualche migliaio di seconde case e senza dubbio c’è un delta di presenze pernottanti in strutture non censite che affronteremo in maniera determinata.

A Venezia con la prenotazione. Come funzionerà?

Sarà un sistema molto semplice, molto intuitivo a misura di smartphone. Con massimo due, tre click la prenotazione sarà fatta. E’ pensato anche per gli operatori che avranno il minor aggravio possibile: agli alberghi garantiremo una interoperabilità automatica. Va detto che non c’è al mondo una ricetta magica, con tutta l’umiltà del caso ci avviamo a sperimentare e attuare il nostro sistema di governo degli accessi alla città.

Tempi…

I primi sei mesi a partire da luglio 2022 saranno di sperimentazione con prenotazione non obbligatoria ma facoltativa, basata su degli incentivi come sconti o accessi prioritari ai musei, ma anche su disincentivi. Sei mesi sono un tempo che ci consentirà di sapere quante persone sono attese in laguna e insieme di rodare il sistema. Contiamo di arrivare a regime all’inizio del prossimo anno (2023) con l’introduzione vera e propria del contributo d’accesso con prenotazione obbligatoria.

Modalità e costi?

Il turista giornaliero sarà appunto chiamato anche a corrispondere una somma di denaro, il cosiddetto contributo d’accesso, una somma contenuta ma che ha lo scopo di disincentivare gli ingressi in certi periodi rispetto ad altri. La legge ci consente un range che va dai 3 ai 10 euro. Lo scopo è incentivare un turismo più compatibile con i ritmi e la delicatezza della città, rispetto a un turismo di giornata che invece affatica Venezia e rischia di aumentare il livello di attrito tra le esigenze del cittadino residente e quelle dei visitatori.

Numero chiuso e tornelli?

Non si devono immaginare tornelli sparsi da Rialto a tutte le vie della città antica. Stiamo valutando che tipo di sistema automatizzato adottare, da installare in alcuni punti tra cui la stazione. Stiamo ragionando su quali terminal di arrivo si possa introdurre un sistema automatizzato, i varchi non avranno un impatto sulla città, non saranno posizionati sulla pubblica via.  Numero chiuso? Non c’è a oggi un limite prestabilito. La sperimentazione servirà anche a darci il livello delle soglie di presenza giornaliere, sappiamo che ci sono dei numeri con i quali, in certi punti, la città storica va in sofferenza, la sperimentazione ci aiuterà a tarare il tutto.

Dal ticket d’ingresso al mercato libero delle locazioni turistiche. Cosa c'è in cantiere?

Il sistema degli accessi regolati è uno dei livelli sui cui ci stiamo muovendo, ci sono anche altri temi da affrontare e gestire, penso alle locazioni turistiche brevi che rappresentano un mercato libero, non normato, che sta svuotando i centri città dai residenti (circa 50 mila) con un’offerta complementare a quella alberghiera che a volte sfugge anche ai radar, un fenomeno verso il quale i comuni hanno le mani legate. Da tempo chiediamo al governo una norma, sul modello di quella attuata in Francia, che consenta di mettere un limite al numero di notti o di appartamenti che possono andare sul mercato turistico.

Cos’altro?

Dopo la legge Bersani chiunque può aprire qualsiasi cosa ovunque, questo sistema nelle città turistiche spinge ad una offerta commerciale quasi monotematica, spesso anche al ribasso, che è la stessa praticamente ovunque e travolge l’autenticità dei nostri borghi che invece andrebbe incentivata e garantita. Servono strumenti normativi anche in questa direzione per poter individuare delle zone di pregio che vadano tutelate. Di recente abbiamo approvato d’intesa con la regione un regolamento per bloccare i negozi di chincaglierie, ma si tratta di toppe a un vestito che andrebbe completamente rivisto. Servirebbe un pacchetto di poteri particolari per le città d’arte che oggi non c’è.

Venezia farà scuola fra le città d’arte?

Saremo i primi in Italia e nel mondo in questa sperimentazione della gestione degli ingressi. Sappiamo che molte realtà ci guardano, il tema del sovraffollamento turistico non riguarda solo Venezia ed è più attuale che mai. Venezia ha una sua unicità che la rende ancora più fragile rispetto a molte città d’arte anche europee. Servono soluzioni tagliate su misura. Il bivio è continuare con lo show must go on, come è stato negli ultimi trent’anni, o sperimentare soluzioni. L’unica ipotesi percorribile, ancorabile a un quadro normativo, gestibile amministrativamente, è quella che abbiamo scelto. Ci aspettiamo anche critiche, movimenti d’opinione contrari: siamo pronti. Non ci interessa far cassa o diventare una meta esclusiva e per pochi, l’obiettivo è governare i flussi di ingressi dei turisti e gestire al meglio chi arriva a Venezia, offrendo un’esperienza migliore, per tutti.