Morto Ennio Fortuna, l'ex procuratore generale di Venezia. "Una vita dedicata allo Stato"

Aveva 87 annni. Nel '68 si si rifiutò di processare Pasolini per il film Teorema, la pellicola che fece scandalo e venne attaccata dalla Chiesa

L'ex procuratore generale, Ennio Fortuna

L'ex procuratore generale, Ennio Fortuna

Venezia, 31 ottobre 2021 – È morto nella notte l’87enne Ennio Fortuna, l’ex procuratore di Venezia famoso per la sua capacità di prendere decisioni “forti”. Fu lui che nel 1968 si rifiutò di processare Pierpaolo Pasolini per il film Teorema, la pellicola che fece scandalo e venne attaccato come osceno da una parte della Chiesa cattolica. E da consigliere comunale per l'Udc nella città lagunare, si schierò senza remore contro il quinto referendum di separazione tra Mestre e Venezia.

Nato a Frosinone nel 1934, Ennio Fortuna ha indossato la toga per 50 anni e fino al 2009, anno in cui è andato in pensione. È stato pretore, pubblico ministero, procuratore circondariale a Venezia, membro del consiglio superiore della Magistratura, procuratore della Repubblica a Bologna e procuratore generale presso la Corte d'Appello veneta.

I casi più famosi

Durante la stagione del terrorismo, nel 1974, il magistrato si ritrovò il garage di casa sventagliato da 21 colpi di mitra. Nel corso della sua intensa carriera si occupò dei primi crac dei promotori finanziari, con il caso dell'agente di cambio Marzollo che scosse la Venezia bene che gli aveva affidato milioni di risparmi, di celebri furti di opere d'arte nella laguna veneta. "Ritrovare arrotolati in un campo dell'isola di Poveglia tre capolavori del Giovanni Bellini rubati nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo è stata una soddisfazione enorme", aveva detto ai tempi Ennio Fortuna. Si è poi occupato di delitti, come il caso Pastres, con l'omicidio di un bimbo di 6 anni, a San Donà di Piave, con l'assassino fermato in Croazia. Tra gli ultimi casi di cui si era occupato quello di Unabomber.

Il ricordo delle istituzioni

“Ciao Ennio, grazie per i tuoi insegnamenti, per la tua amicizia e per il tempo condiviso insieme! Venezia ti è grata per il tuo impegno!”. È il commiato dell'assessore allo Sviluppo economico della città lagunare, Simone Venturini, al procuratore Ennio Fortuna, morto la scorsa notte “dopo una vita dedicata alla magistratura, allo Stato e alla città. Un’amicizia legata dalla passione per la politica. “Con Ennio ci siamo conosciuti nel 2010 - ricorda l'esponente della giunta Brugnaro - in occasione delle elezioni comunali. Entrambi candidati nella stessa lista. Entrambi eletti in consiglio comunale. Ennio, 75 anni, aveva appena concluso la sua prestigiosa carriera in magistratura nel ruolo di Procuratore Generale di Venezia. Io, 22 anni, avevo appena iniziato la mia esperienza amministrativa”.

Venturini ricorda di aver lavorato “fianco a fianco per quattro anni, condividendo l'ufficio, la segreteria, le notti svegli in consiglio comunale, le sedute di commissione, i tragitti in vaporetto. Nonostante le differenze d'età e di esperienza - aggiunge - è nata subito una bella amicizia condita da risate e scherzi, da riflessioni e da discussioni”.

A ricordare l’ex procuratore anche il governatore veneto, Luca Zaia. “Una parte importante della prestigiosa carriera di Ennio Fortuna si è dipanata in Veneto, dove ha lasciato un ottimo ricordo e preziosi insegnamenti in ogni ufficio nel quale ha ricoperto un incarico, a cominciare da quello di Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Venezia”. Con queste parole, Zaia ricorda il magistrato, che per molti anni è stato protagonista della realtà giudiziaria e sociale di Venezia. “Di Fortuna, oltre alla grande professionalità, al rigore, all'equilibrio con cui ha gestito vicende giudiziarie delicatissime - aggiunge il governatore - va ricordato anche il suo impegno civile, che non ha fatto mai mancare anche al di fuori del mondo della giustizia”. E, infine, il cordoglio. “Rivolgo il mio cordoglio a tutta la sua famiglia - conclude Zaia -. Perdiamo tutti un uomo saggio e preparato.

 

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