Jesolo, profanata la tomba dell'infermiera simbolo lotta al Covid. Zaia: "Gesto ignobile"

Silvia Lucchetta, 49 anni, emblema della sofferenza e dei sanitari durante la pandemia, era stata trovata senza vita alla foce del Piave

Luca Zaia

Luca Zaia

Jesolo (Venezia), 22 aprile 2022 - Profanata a Jesolo la tomba di Silvia Lucchetta, l'infermiera di 49 anni trovata senza vita, nel marzo 2020, a Cortellazzo, alla foce del Piave. Simbolo della sofferenza e dei sanitari durante la pandemia, sulla sua tomba familiari, amici e colleghi avevano lasciato i loro ricordi, qualche oggetto, un rosario, croci, monili. Tutto portato via.  

Dura la reazione del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia:  "Se una società rischia di arrivare a presidiare i cimiteri è bene che si interroghi sul suo futuro. Sono convinto, però, che la pressoché totalità dei veneti sia d'accordo con me nel condannare senza se e senza ma quanto accaduto a Jesolo. La profanazione della tomba di Silvia Lucchetta è un gesto ignobile, compiuto da persone senza cuore, prive di scrupoli, a cui non può essere concessa alcuna scusante". 

"Esprimo tutta la mia vicinanza ai familiari che già provati da un così grave lutto - conclude il Governatore - hanno dovuto subire anche il dolore dell'oltraggio della memoria di Silvia e il furto degli oggetti lasciati sulla sepoltura. Quanto avvenuto è inconcepibile e odioso. Spero che i responsabili siano chiamati presto a rispondere di un simile atto e di una simile vigliaccheria".