Vigonovo (Venezia), 16 novembre 2023 – L’Italia è divisa in due, ad unirli l’angoscia per la scomparsa di Giulia e Filippo. Da una parte c’è chi teme una fine tragica, dall’altra chi pensa che Filippo Turetta abbia costretto l’ex fidanzata Giulia Cecchettin a fuggire con lui.
Ne è convinto anche il papà della 22enne, Gino Cecchettin. “Se è partita contro la sua volontà? Sicuramente – dice il padre – Giulia non restava fuori due ore senza comunicarlo. Quindi ogni sua mancanza da casa era pianificata. Chiedeva sempre: posso? Anche se aveva 22 anni e poteva farlo. Aveva rispetto verso la sua famiglia, non l'avrebbe mai fatto”.
L’angoscia aumenta: “Stavo per svenire”
“I giorni passano e l'angoscia aumenta”, racconta Gino Checcettin ai giornalisti, visibilmente provato da questi cinque giorni di attesa, alternati a momenti di grande sconforto. “Ogni giorno che passa è sempre peggio. Anche le forze sento che vengono meno. Io riposo, ma mi sveglio sempre più stanco del giorno precedente”, racconta l’uomo dalla sua casa di Vigonovo, nel Veneziano.
“Quando ho ascoltato la testimonianza del ragazzo (la persona che sabato sera ha raccontato della lite tra i due ex fidanzati, ndr) che li ha sentiti nel parcheggio, stavo per svenire: un papà non può sentire che sua figlia viene trattata in quel modo”, continua papà Gino.
La laurea: “Oggi avrei dovuto festeggiare con mia figlia”
“Mi sono svegliato stamattina ed ero distrutto: oggi dovrei essere a festeggiare insieme a mia figlia. Questo non può essere nella vita un momento di felicità trasformarsi in un momento di dolore. Non è concepibile”.
Quel post: “Ciao papino”
“Ciao papino... me lo diceva cinque volte al giorno, ogni volta che ci si vedeva. È una cosa che ti scalda il cuore quando torni a casa: già abbiamo subito una perdita un anno fa (la mamma di Giulia è morta per malattia a 51 anni) e ancora si sentono le conseguenze”, ricorda papà Gino che in un post ha scritto quanto gli manchi la figlia scomparsa.
L’ultimo appello
“Rinnoviamo l’appello: fate in modo che Filippo torni. Nessun vuole fare processi adesso, non è il momento dei processi. Vogliamo solo riabbracciare i ragazzi”, conclude Gino Cecchettin.