Venezia, la rinascita post pandemia passa da residenzialità e zone franche

La ricerca condotta dal 'Law lab' dell'Università Cà Foscari suggerisce obiettivi per il rilancio e indica prassi normative da adottare: 'zone franche' urbane, culturali, verdi

Veduta di Venezia

Veduta di Venezia

La rinascita di Venezia post pandemia passa da "residenzialità e free zone". E' quanto messo in luce dal 'Law Lab' del Dipartimento di Economia dell'Università Ca' Foscari condotto da un team di ricerca guidato dal professor Adalberto Perulli. Nel documento sono contenute alcune proposte di innovazione 'regolativa' con l'obiettivo di fornire risposte socialmente ed economicamente sostenibili, sui grandi temi di lavoro, persona, impresa, mercato e finanza.

Un laboratorio per l'innovazione delle regole

 “Il nostro Laboratorio di innovazione regolativa si caratterizza per l’attenzione dedicata agli aspetti normativi, che spesso sono trascurati o dati per scontati  - spiega Adalberto Perulli Ordinario di diritto del lavoro e Direttore del Law Lab, gruppo di ricerca che si mette a disposizione del decisore pubblico per contribuire alla rinascita del territorio  -. Ma senza una accurata analisi di fattibilità giuridica, i progetti rischiano di rimanere sulla carta. In questo documento abbiamo indicato le vie da seguire per rendere effettivi alcuni programmi di riattivazione urbana ed economica della città, puntando sull’istituzione di zone franche, anche verdi e culturali, e su una serie di incentivazioni a favore della residenzialità”.

Le proposte per la residenzialtà

La residenzialità, nello studio, va incentivata con interventi fiscali, con limitazioni alla trasformazione degli edifici da uso abitativo a turistico, con contributi per la ristrutturazione vincolati alla residenza a lungo termine, con il rilancio della residenzialità pubblica e con agevolazioni di collegamento con la terraferma.

Ampliamento delle zone franche

Partendo dall'ampliamento della zona franca doganale esistente (Venice free zone), la ricerca suggerisce, nell’area di Porto Marghera, una "zona franca di bonifica, per agevolare, con sovvenzioni dirette o con crediti d’imposta, l’effettuazione di investimenti volti al risanamento ambientale". Quindi l'istituzione di "una o più zone franche urbane, per favorire iniziative imprenditoriali nelle aree più disagiate", di una o più zone franche verdi "nelle aree che più soffrono dello spopolamento", e di una zona franca culturale "comprendente l’intera città insulare, per sostenere iniziative e investimenti nel settore culturale".