Speedline, salta il tavolo tecnico. Zaia: "Vogliamo garanzie per i lavoratori"

I sindacati temono che il gruppo Ronal voglia svuotare lo stabilimento, nonostante la revoca di chiusura annunciata il 7 gennaio. Donazzan: "Fu così per Acc, non deve essere per Speedline”

Un momento della protesta degli operai della Speedline

Un momento della protesta degli operai della Speedline

Venezia, 17 gennaio 2022 – Nuova levata di scudi alla Speedline, si teme che il gruppo svizzero voglia “svuotare lo stabilimento”, nonostante la paventata retromarcia sul fronte dei licenziamenti. "Non ci bastano le parole. “Il nostro impegno è quello di trovare una soluzione a garanzia dei lavoratori. Ognuno sia consapevole del proprio impegno in questa partita”, attacca il governatore del Veneto, Luca Zaia.

“Serve che agli impegni dichiarati – continua – facciano seguito azioni concrete che salvaguardino il livello produttivo e, soprattutto, il livello occupazionale di un'azienda di pregio che rappresenta un punto di riferimento fondamentale per il territorio veneziano".

Si è tenuto oggi il nuovo incontro istituzionale sulla crisi della Speedline, lo storico marchio di ruote in lega leggera che da oltre quarant’anni è presente a Santa Maria di Sala, nel Veneziano. Dopo settimane di picchetti davanti allo stabilimento, lo scorso 7 gennaio il gruppo Ronal aveva annunciato l’intenzione di revocare la chiusura dello stabilmento e bloccare il licenziamento di 605 lavoratori. Sulla vicenda si era espressa anche la viceministra del Mise, Alessandra Todde

Donazzan: “Rischio depauperamento

“Da questo incontro sono emerse diverse criticità – commenta Elena Donazzan, assessora al Lavoro del Veneto –. I sindacati hanno rilevato delle questioni che appaiono molto significative, manifestando la preoccupazione che, al di là degli impegni presi dalla proprietà il 7 gennaio scorso, si stia procedendo allo svuotamento dello stabilimento. È una preoccupazione molto sentita e condivisa rispetto al concreto rischio di depauperamento di Speedline”.

Una strategia che, se fosse confermata dai fatti, potrebbe portare alla chiusura di fatto dell’unità produttiva di Tabina, che crea lavoro per oltre 800 famiglie del territorio, compreso l’indotto. “Nella mia esperienza – conclude Donazzan – ho già vissuto situazioni con trattative non trasparenti, tese al raggiungimento dell'obiettivo della chiusura, attraverso lo svuotamento dell'impianto, delle produzioni, la cessione dei brevetti e degli stampi. Non vogliamo che si ripeta questa triste storia. Fu così per Acc, non deve essere per Speedline”.

I sindacati: “Manca la chiarezza”

Il tavolo si è subito interrotto, i sindacati sono furiosi. “Oggi non è stato possibile avviare il tavolo tecnico sulla vertenza Speedline per la mancanza di chiarezza sul tema delle campionature dei prodotti, che abbiamo posto come pregiudiziale per l'avvio del percorso. Lo dichiarano in una nota unitaria Cisl e Cgil, attraverso Ferdinando Uliano, Alessandro Vella, Simone Marinelli e Silvia Spera. “Nei prossimi giorni ci saranno approfondimenti in sede aziendale e, solo quando la situazione sarà chiarita, potrà essere riconvocato il tavolo istituzionale”, conclude la nota. (ANSA)

Un colpo di scena che sta accadendo anche a Napoli, dove in questi giorni la Whirlpool ha messo in vendita i macchinari su un sito specializzato in trattative industriali, in un momento in cui si sta facendo avanti il progetto della creazione di un consorzio per salvare il sito di via Argine. Ma dello stabilimento, le aziende che subentreranno potrebbero trovare solo muri vuoti.