Venezia, stop grandi navi. I comitati: "No ai ristori alle compagnie, devono risarcire"

Contrari anche alla creazione di 5 punti di approdo a Marghera. Sindacati e trasportatori preoccupati per le 1.600 aziende e i 22mila dipendenti del sistema portuale veneziano

Stop grandi navi a Venezia

Stop grandi navi a Venezia

Venezia, 14 luglio 2021 - Dopo lo stop alle grandi navi da Crociera nel bacino di San Marco, a decorrere dall'1 agosto, il Consiglio dei Ministri ha reso noto che per adeguare l`area di Marghera ad accogliere le navi di grandi dimensioni è prevista la realizzazione "di non più di cinque punti di approdo. Per questi interventi sono previsti investimenti complessivi di 157 milioni di euro. Per procedere celermente alla progettazione, all`affidamento e all`esecuzione di queste opere il Presidente dell`Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale viene nominato commissario straordinario". La decisione del Governo Draghi ha suscitato profonde reazioni. Se i più giudicano positivamente il fatto di tutelare subito il bacino di San Marco e il canale della Giudecca, che diventano monumenti nazionali, perplessità riguardano le ricadute sui lavoratori e gli interventi ancora da realizzare a Marghera, nonché la gestione dei ristori agli operatori del settore.

Comitato 'No Grandi Navi': "negativi i ristori alle compagnie multinazionali"

"Dopo anni ed anni di sfruttamento di Venezia e della sua Laguna, con danni provocati alla morfologia lagunare, alle fondamenta e alle pietre della città, con inquinamento dell'aria ed elettromagnetico, le compagnie non risarciscono i danni provocati alla città e ai suoi abitanti, ma vengono risarcite per non passare più davanti a San Marco" - affermano in una nota i comitati 'No Grandi Navi' di Venezia, commentando il decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri. I comitati giudicano positivamente il divieto di navigazione nel canale della Giudecca e nel bacino di San Marco alle imbarcazioni oltre le 25 mila tonnellate di stazza, ma reputano "negativo il fatto che vengano stanziati fondi pubblici per compensazioni e ristori anche per le compagnie multinazionali e la Venezia Terminal Passeggeri".  Negativa inoltre a loro giudizio la nomina del presidente dell'Autorità di Sistema Portuale quale Commissario Straordinario per la realizzazione di almeno quattro punti di attracco temporanei nell'area di Marghera. "Si vuol far passare le grandi navi dalla bocca di porto di Malamocco - prosegue la nota - nascondendole da San Marco, e percorrere il canale dei Petroli con una commistione di traffico impossibile con il porto commerciale, con ulteriore erosione della Laguna centrale, davanti a impianti industriali pericolosi soggetti a direttiva Seveso, e farle approdare a Marghera, provvisoriamente, mettendo in questo modo in discussione qualsiasi ipotesi di riconversione ecologica delle produzioni a Porto Marghera". 

Federlogistica: "I nuovi approdi entro la prossima primavera" 

Federlogistica-Conftrasporto, plaudendo allo stop e alla nomina del commissario,  parla comunque di un "grave ritardo": "Se il Governo Conte avesse ascoltato le compagnie e si fossero utilizzati gli ultimi 18 mesi per allestire i nuovi accosti per le crociere a Marghera - si legge nella nota di Federlogistica-Conftrasporto - adesso questa soluzione sarebbe già operativa e si sarebbe evitato il durissimo impatto economico e occupazionale. Ci auguriamo, pertanto, che il Governo metta in campo tutte le azioni possibili, di natura ordinaria e straordinaria, per allestire in pochi mesi gli accosti crocieristici a Marghera, entro e non oltre inizio primavera 2022. Venezia è infatti un importante home port delle crociere, il secondo in Italia con circa 1,6 milioni di passeggeri movimentati ogni anno, e quanto accade a Venezia ha effetti rilevantissimi sull'intera economia marittimo-portuale dell'Adriatico. Il settore crociere genera su Venezia un impatto economico quantificabile in oltre 400 milioni di euro all'anno, garantendo alla città oltre 5.000 posti di lavoro. Solo a livello di spesa diretta, ammontano a circa 160 milioni di euro le risorse spese ogni anno a Venezia da passeggeri, equipaggi e navi.  Per quanto riguarda il sistema portuale veneziano - prosegue il comunicato - va ricordato che al suo interno operano oltre 1.600 aziende con oltre 22.000 dipendenti diretti, generando un impatto occupazione per circa 90.000 persone. Il valore della produzione diretta delle attività portuali è circa 6,6 miliardi di euro, pari al 27% dell'intera economia veneziana, mentre l'impatto economico complessivo delle attività portuali raggiunge i 21 miliardi di euro".  

Confturismo: "Le grandi navi a Marghera? Buon compromesso"

"Le grandi navi a Marghera dal 1° agosto? Un buon compromesso". Così il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli , che rappresenta 17mila imprese turistiche, sulla decisione del CdM. "La soluzione di Marghera manterrebbe la portualità a Venezia, salvaguardando i posti di lavoro e le attività da un lato, e liberando il canale della Giudecca dall'altro - , prosegue Michielli, che è anche vicepresidente nazionale di Confturismo -. La scelta di Marghera appare l'unica soluzione praticabile in tempi rapidi per le navi da crociera a Venezia". 

Filt Cisl: "Subito incontro urgente per dare certezze ai lavoratori"

"Siamo da subito disponibili per uno specifico e urgente incontro con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e il ministero della Cultura per rappresentare le nostre preoccupazioni e necessità per le attività portuali e marittime di Venezia, direttamente coinvolte dal nuovo provvedimento ma soprattutto per offrire ai lavoratori certezze e non promesse". Lo ha dichiarato il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo sulle misure del Governo per il transito delle grandi navi a Venezia, sottolineando che "la tutela dell'ambiente e della laguna di Venezia non possono essere scambiate con una perdita importante di posti di lavoro".  "Non abbiamo nessuna contrarietà - spiega il dirigente nazionale della  Filt Cgil - a salvaguardare la laguna di Venezia e le sue bellezze e rispettiamo tutto e tutti ma a patto che non si abbandonino le imprese e i lavoratori coinvolti, già pesantemente danneggiati dagli effetti della pandemia sul traffico passeggeri e crocieristico in particolare. I diritti dei lavoratori non possono essere zittiti con i 157 milioni del fondo, utile a realizzare anche gli approdi provvisori a Marghera. E' la solita politica dei due tempi che rischia di annunciare l'ennesimo disastro all'economia del Paese ed in particolare del territorio veneziano".