Venezia, polizia ricorda il commissario Albanese a 41 anni dalla morte

Presente alla commemorazione in Questura dell’ex capo della sezione Antiterrorismo della Digos, ucciso dalle Brigate Rosse nel maggio 1980 a Mestre, anche il prefetto Vittorio Zappalorto

La commemorazione in Questura a Venezia

La commemorazione in Questura a Venezia

Venezia, 13 maggio 2021 – La Questura di Venezia, nella mattina di ieri, ha ricordato il commissario capo della polizia Alfredo Albanese, ucciso dalle Brigate Rosse il 12 maggio di 41 anni fa a Mestre. Alla cerimonia, celebrata nella caserma a lui intitolata, hanno preso parte, oltre al questore Maurizio Masciopinto, anche il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto.

Cerimonia in suo ricordo anche a Jesolo

Durante la commemorazione, è stata deposta una corona di fiori sotto la targa dedicata ad Albanese, medaglia d’oro al valor civile alla memoria, affissa nel corridoio dell’Ufficio di Gabinetto della Questura. Contemporaneamente, a Jesolo Lido, si è svolta un’altra cerimonia, in forma ridotta a causa delle disposizioni anti Covid, presso il cippo commemorativo posto sul piazzale antistante la scuola di via Nausicaa, alla quale hanno preso parte il sindaco e il dirigente del commissariato di polizia locale.

La carriera di Alfredo Albanese

Originario di Trani (Bari), Albanese, dopo la laurea in Giurisprudenza entrò nell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza nel 1975 e, nell’aprile dello stesso anno, prese servizio alla Questura di Venezia, dove gli venne assegnata la dirigenza del terzo Distretto di polizia di Mestre. Nel 1979 venne poi trasferito alla Digos, dove ricoprì la carica di capo della sezione Antiterrorismo.

Albanese, nel corso della sua carriera in polizia, fu particolarmente impegnato nella ricerca degli autori dell’omicidio di Sergio Gori, vicepresidente della Montedison di Marghera, ucciso dai terroristi il 29 gennaio 1980. Il 12 maggio di quell’anno, però, subito dopo essere uscito di casa, in centro a Mestre, fu assassinato da un gruppo di brigatisti.

Le indagini sulla sua morte

Morì durante il trasporto all’ospedale “Umberto I” di Mestre lasciando la moglie Teresa in attesa del loro primo figlio. L’assassinio di Albanese venne rivendicato dalle Brigate Rosse con una telefonata anonima e con un volantino ritrovato in un cestino nel centro storico di Venezia. Gli autori dell’omicidio furono infine individuati e arrestati al termine delle indagini che portarono anche alla scoperta di due covi delle Br a Jesolo e Udine.