Antibiotico resistenza, l'Università di Verona studia come combatterla

Ogni anno in Europa muoiono 33mila persone per l'antibiotico resistenza, l'Italia è il paese con più vittime. Verona è nel team di ricerca internazionale sta studiando il ruolo degli anticorpi monoclonali per combattere questa battagla

Laboratorio di ricerca

Laboratorio di ricerca

Verona, 26 gennaio 2022 – È l’Italia il Paese con il numero più alto di morti per antibiotico resistenza, una strage che ogni anno a livello europeo uccide 33mila persone su 670mila infezioni batteriche resistenti ai farmaci. Un problema sanitario enorme, tanto da spingere l’Organizzazione mondiale della Sanità a considerarlo tra le dieci principali minacce alla salute umana. Per la prima volta, i ricercatori dell’Università di Verona stanno studiando il ruolo che potrebbero svolgere gli anticorpi monoclonali nella lotta contro l'antibiotico resistenza.

“I vaccini e gli anticorpi monoclonali, molecole prodotte in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere patogeni nocivi come i virus, possono svolgere un ruolo vitale nella lotta contro l'antibiotico resistenza in quanto non sono soggetti, come gli antibiotici, alla naturale perdita di efficacia”, spiegano i ricercatori veronesi, coordinati da Evelina Tacconelli. Attualmente, non sono disponibili dati completi che possano orientare le decisioni e questo ha scoraggiato gli investimenti nello sviluppo di vaccini che contrastano i patogeni resistenti, acuendo il problema della resistenza agli antibiotici.

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Il progetto Primavera, che prevede una collaborazione di istituti pubblici e privati a livello internazionale, ha l'obiettivo di sviluppare una piattaforma web open-source che permetta di combinare le informazioni provenienti da modelli matematici con dati epidemiologici completi (cioè che includono sia dati sanitari che economici). Questa piattaforma consentirà di orientare politiche sanitarie in merito alla produzione di specifici vaccini e mAbs, e permetterà di informare l'allocazione strategica delle risorse necessarie. Il progetto avrà la durata di 5 anni e sarà finanziato per 9 milioni di euro tramite l'Innovative Medicines Initiative 2.

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Sono coinvolti 19 partner tra i Paesi dell'Unione Europea, il Regno Unito e la Russia, 16 istituzioni accademiche e stakeholders del settore farmaceutico ed è coordinato dalla European Vaccine Inititive (Germania). L'ateneo di Verona è partner del progetto, con Evelina Tacconelli, direttrice della sezione di Malattie infettive come principal investigator: il team scaligero sarà coinvolto nelle attività del Work Package 1 (Burden of disease due to AMR) e del Work Package 3 (Data gathering).