
Un focolaio di aviaria scoperto in un allevamento intensivo di ovaiole nel Basso Veronese
Venezia, 20 gennaio 2025 - Nuovo focolaio di aviaria in provincia di Verona, il Veneto supera la Lombardia nel primato dei casi. La scoperta è stata fatta all’interno di un allevamento di 800.000 galline ovaiole a Vigasio, nel Basso Veronese. Sale così a 24 il totale regionale dei casi, contro i 23 lombardi. La situazione del Veneto è pesante, dove finora sono stati accertati più della metà dei casi complessivi: è 53 il numero complessivo di focolai di aviaria in Italia, che hanno colpito anche Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna. Nel Bolognese è morto un gatto positivo all’aviaria: è la prima volta in Italia.
L’allarme: “Il virus si sta modificando”
“Il virus si sta modificando: circola in nuove aree come il Trevigiano con nuovi uccelli infetti che lo propagano”, mette in allerta Calogero Terregino dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Il dato è emerso oggi, nel corso dell'incontro con le aziende avicole regionali convocato da Confagricoltura Veneto nella sede di Padova ad Albignasego: hanno preso parte oltre 250 allevatori da tutta la regione, tra presenze e collegamenti online anche dalla Lombardia. Ingenti ad oggi i dati dovuti all'epidemia, tra l'abbattimento di milioni di capi e il blocco dell'attività dovuto alle Zur (Zone di ulteriore restrizione) istituite nei territori colpiti.
La situazione epidemiologica in Veneto
Calogero Terregino, direttore del dipartimento di Scienze biomediche comparate dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, ha tracciato il quadro della situazione epidemiologica. “L'ultimo focolaio ha colpito un allevamento enorme di ovaiole nel Basso Veronese - spiega - con un impatto economico notevole anche in termini sanitari. Il virus si sta modificando: circola in nuove aree come il Trevigiano, finora poco a rischio, con nuovi uccelli volatili infetti che lo propagano, come gli ibis e gli aironi, riuscendo anche ad adattarsi ad ambienti diversi da quelli accertati finora”.
Vaccino in sperimentazione
“Una situazione che pone un punto di domanda sulle misure di biosicurezza - continua Terregino - che potrebbero non essere più sufficienti, e che rilancia l'opportunità dell'adozione di un vaccino, in sperimentazione tra Italia e Olanda. Ne sono già pronti alcuni di nuova generazione, in particolare per tacchini e galline ovaiole”.
“Se ne parlerà il 22 gennaio a Roma, al ministero, che nel frattempo ha riesaminato le misure di controllo, togliendo le aree di restrizione da Brescia e Ferrara e concentrando gli sforzi nelle aree critiche tra Mantova e Verona”, annuncia il direttore.