Poliziotti arrestati, il capo della Polizia Pisani in Questura a Verona

Ha incontrato questore e sindacati. Alessandro Migliore promosso ispettore: il suo avvocato a febbraio aveva chiesto l’archiviazione per non pregiudicare il passaggio di grado. Mercoledì gli interrogatori di garanzia per i 5 agenti ai domiciliari. Ilaria Cucchi: “No ad abolire reato tortura”

In un video le violenze dei poliziotti, 2 già indagati

In un video le violenze dei poliziotti, 2 già indagati

Verona, 10 giugno 2023 – Il nuovo capo della Polizia, Vittorio Pisani, questa mattina ha visitato la questura di Verona, coinvolta nell'inchiesta su presunte violenze, sfociata nell'arresto di un ispettore e 4 agenti del Reparto Volanti, con altri 17 poliziotti indagati. Pisani ha incontrato il questore Roberto Massucci, accompagnati dai vertici provinciali delle altre forze dell'ordine e dal sindaco di Verona, Damiano Tommasi, ed ha parlato anche con i dirigenti della Squadra mobile, che ha condotto l'indagine sui colleghi delle Volanti. In seguito ha avuto un incontro anche con i rappresentanti sindacali.

Approfondisci:

Poliziotti arrestati, una vittima: picchiato e portato al Centro rimpatri

Poliziotti arrestati, una vittima: picchiato e portato al Centro rimpatri

Alessandro Migliore promosso ispettore

Alessandro Migliore, il principale indagato tra i poliziotti di Verona per le presunte torture e lesioni in Questura, ora agli arresti domiciliari, potrebbe fregiarsi del titolo di ispettore, avendo superato il concorso interno a cui ha partecipato di recente.

Una qualifica sulla quale il suo avvocato, Marco Pezzotti, come riferisce 'Il Mattino di Padova', fa riferimento nella memoria difensiva al pm scaligero Carlo Boranga, per contestare l'episodio che ha dato l'origine all'inchiesta e cioè il blitz nell'abitazione di un albanese.

Avvocato chiede archiviazione

"Considerato che l'agente Alessandro Migliore ha recentemente superato il concorso per ispettore di Polizia di Stato - annota il legale - e che pertanto la pendenza del precedente procedimento penale pregiudica l'incensuratezza della sua condotta, la scrivente difesa chiede l'archiviazione".

Un passaggio questo che l'avvocato sottolinea nella memoria difensiva del 21 febbraio scorso, quando gli accertamenti sulle violenze sono ormai in fase conclusiva.

Il 14 giugno interrogatori di garanzia

Fra gli elementi che emergono nell'inchiesta anche quello di un encomio riconosciuto a un altro degli indagati, anch'esso ai domiciliari, per aver salvato la vita a due persone. Gli interrogatori di garanzia per i cinque indagati si svolgeranno mercoledì 14 giugno.

Al momento sono 5 i poliziotti della Volante di Verona finiti agli arresti domiciliare, 23 trasferiti dal Questore a servizi d’ufficio e 17 indagati

Cucchi: no ad abolire reato tortura

"Voglio che La Russa incontri gli agenti che hanno torturato quei poveri indifesi nel nome di mio fratello. Voglio che ci vada in delegazione con Salvini e Meloni per guardare loro negli occhi mentre auspica che vengano dichiarati innocenti. Mentre li rassicura che ciò accadrà perché verrà abolito il reato di tortura".

Così in un intervento sulla Stampa la senatrice Avs Ilaria Cucchi. Suo fratello Stefano, aggiunge, "è stato ammazzato perché la sua vita non valeva nulla. Come quelle vittime. È diventato un simbolo di riscatto per lo Stato capace di processare se stesso. Non c'è più alcun limite al cinismo di una propaganda che dimostra di poter contare sul fatto che i terribili comportamenti di Verona vengano accettati o addirittura condivisi dai loro elettori. Che addirittura possa trovare consenso la loro difesa e giustificazione".

Approfondisci:

Amnesty sui poliziotti arrestati a Verona: come 22 anni fa a Bolzaneto

Amnesty sui poliziotti arrestati a Verona: come 22 anni fa a Bolzaneto

"Conta solo distruggere quel simbolo di riscatto dello Stato perché costituisca un monito - dice ancora - Questo è il messaggio che si vuole lanciare. Lo Stato non è dalla parte dei diritti dei più deboli ma di quella di coloro che li calpestano usando come bandiera l'uccisione di Cucchi. Mi sarei aspettata la solidarietà di quelle cariche istituzionali ma era soltanto un utopia. Il messaggio che colgo per noi è che non ci sarà mai pace per noi perché noi non possiamo vincere. Non può vincere il diritto sul potere. Sono sola, sì". Ma, conclude Cucchi, "non mi arrendo. Nel nome di mio fratello e di quel che rimane della mia famiglia".