Aemilia, usura e riciclo di denaro sporco: 4,5 milioni confiscati alla 'ndrangheta

Sequestrati 36 immobili, tra case e albeghi, e 17 società in diverse città italiane. Un giro di affari di oltre 60 milioni di euro tra Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Calabria. L'inchiesta è iniziata dalla denuncia di alcuni imprenditori emiliani, piacentini e cremonesi: vittime dell'usura

Verona, 8 novembre 2022 – Un complesso sistema criminale legato alla consorteria 'ndranghetista che, attraverso società fasulle e professionisti conniventi, pulivano denaro sporco ottenuto attraverso l’usura e altri crimini. Vittime diversi imprenditori cremonesi ed emiliani, incastrati in una tunnel senza uscita. Ci sono voluti diversi anni, scanditi da sequestri milionari, a scoperchiare un’associazione a delinquere infiltrata nell’apparato economico legale e ramificata tra il Veneto, l’Emilia Romagna, il Lazio e la Calabria.

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Questa mattina la guardia di finanza ha notificato altri provvedimenti di sequestro per altri 4,5 milioni di euro, che si aggiungono alle confische per oltre 57 milioni di euro operate negli scorsi anni. Si tratta di 36 immobili tra case e alberghi – situati tra le province di Crotone, Reggio Emilia, Parma, Roma e Verona; 17 società di capitali e otto automezzi. È il risultato della lunga vicenda giudiziaria chiamata Aemilia, che ha visto coinvolta una nota compagine 'ndranghetista. A emettere il provvedimento di confisca è stata la Corte d'Appello di Bologna, con la successiva conferma dalla Corte di Cassazione.

Direzione distrettuale antimafia
Direzione distrettuale antimafia

Due filoni di indagine

L'azione messa a segno oggi dai finanzieri di Cremona – svolta nell'ambito dell'operazione Demetra, poi confluita nel filone di inchiesta Aemilia diretta dalla Dda di Bologna è partita da un episodio di usura perpetrato ai danni di un imprenditore cremonese da parte di un usuraio piacentino ed è proseguita con approfondimenti e analisi dei flussi finanziari, per infine portare alla luce ulteriori episodi delittuosi commessi ai danni di imprenditori emiliani.

Nel corso dell'indagine è stato ricostruito un apposito sistema criminale attraverso il quale la consorteria 'ndranghetista, anche grazie allo strumentale utilizzo di società fasulle appositamente costituite da professionisti conniventi, riusciva a reinvestire nel circuito legale ingenti risorse frutto dell’attività criminale.

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Dove finiva il denaro sporco: il sequestro

I proventi dell'associazione criminale sono stati riciclati attraverso molteplici investimenti: in complessi immobiliari, in strutture turistiche e alberghiere, in società agricole, edili ed immobiliari, in imprese di trasporti e logistica. Il provvedimento patrimoniale eseguito oggi, che si aggiunge alle confische da oltre 57 milioni di euro già operate negli scorsi anni, consentirà di acquisire in via definitiva al patrimonio dello Stato: 36 immobili ubicati nelle province di Crotone, Reggio Emilia, Parma, Roma e Verona; 17 società di capitali operanti nel settore dell'edilizia, logistica, consulenza alle imprese e ristorazione, nelle province di Bologna, Modena, Parma, Catanzaro, Roma e Reggio Emilia; 8 automezzi; per un valore complessivo stimato di circa 4,5 milioni di euro.