Verona, genitori di Giuseppe Cimarrusti poliziotto ucciso nel 2005: appello a Mattarella

"Condannati a morte per il dolore" hanno scritto in una missiva consegnata oggi a Bari al Capo dello Stato. L'agente perì in un conflitto a fuoco col collega Davide Turrazza

Sergio Mattarella oggi a Bari

Sergio Mattarella oggi a Bari

Verona, 25 settembre 2021 - Giuseppe Cimarrusti, 26 anni, agente della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Verona, venne ucciso insieme al collega Davide Turrazza il 21 febbraio 2005 durante un conflitto a fuoco con un uomo (a sua volta colpito a morte) che aveva appena ucciso una prostituta. Fu proprio Cimarrusti, poco prima di morire, a riuscire a chiamare la centrale operativa e a spiegare la dinamica dei fatti.  Al di là della cronaca resta il vuoto incolmabile per le famiglie degli uccisi, in particolare per quelle dei due agenti che sono accorsi sul luogo de crimine per compiere il proprio dovere.

L'appello a Sergio Mattarella

Oggi sono stati proprio i genitori di Cimarrusti ad appellarsi al capo dello Stato, Sergio Mattarella. "Abbiamo chiesto di tenere in considerazione il nostro dolore come genitori. Vorremmo che le istituzioni ci seguissero perché il nostro dolore non ci abbandonerà mai, siamo come condannati a morte e lo abbiamo scritto nella lettera che abbiamo consegnato al Capo dello Stato". Lo riferiscono Angelo e Benedetta Cimarrusti, genitori di Giuseppe, poliziotto di Conversano morto a 26 anni in un conflitto a fuoco avvenuto a Verona nel 2005, che attraverso il sindaco della località della città metropolitana di Bari hanno consegnato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della partecipazione del Capo dello Stato alla cerimonia di commemorazione di Luigi Di Vagno, oggi nel comune del barese. "Speriamo ci dia ascolto", concludono.