Coldiretti, no all’Amarone "annacquato": è polemica sulla proposta Ue

La proposta di Bruxelles permette di togliere alcol e aggiungere acqua nel vino senza anche a vini a denominazione di origine: per l’associazione degli agricoltori è un inganno legalizzato

Vitigni della Valpolicella (ANSA)

Vitigni della Valpolicella (ANSA)

Verona, 7 maggio 2021 - È polemica sulla proposta della presidenza del Consiglio dei ministri dell’Unione europea sulla pratica della dealcolazione parziale o totale dei vini. “Togliere l’alcol dal vino ed aggiungere acqua?”, è insorta la Coldiretti Veneto: “Non vogliamo un Amarone annacquato”.

La proposta Ue

Il Veneto è una delle regioni italiane ai vertici nella produzione di vino, con 10 milioni di ettolitri, ed export (2,2 miliardi di fatturato). Perché la Coldiretti è preoccupata e sostiene che la proposta di Bruxelles rappresenta una “deriva pericolosa”?

La proposta dell’Unione europea, anticipata dalla Coldiretti, prevede la possibilità di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol e aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine.

In pratica, non solo l'Amarone, fiore all’occhiello della provincia di Verona, ma anche tutti gli altri celebri prodotti italiani potrebbero mantenere il loro nome simbolo nonostante il trattamento invasivo durante il processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino, che ne comprometterebbe le caratteristiche. 

Le critiche di Coldiretti all’Ue

Insomma, accusa la Coldiretti, un "inganno legalizzato" per i consumatori che potrebbero pagare acqua al posto di vino, nel caso in cui arrivasse il via libera di Bruxelles e i produttori scegliessero di mettere in pratica la dealcolazione.

E non è l’unica misura criticata dall’associazione degli agricoltori: la Commissione Ue starebbe valutando la possibilità di introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche, al pari delle sigarette, ed eliminare il vino dai programmi di promozione dei prodotti agroalimentari, come strumenti per ridurre il consumo di bevande alcoliche.

E anche dal punto di vista produttivo, l’Unione europea ha già consentito l’aggiunta dello zucchero per aumentare la gradazione alcolica del vino, una pratica da sempre vietata nei paesi del Mediterraneo e ha dato anche il via libera al vino “senza uva” ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes.

Un momento difficile per il settore

“La preoccupante novità arriva peraltro in un momento difficile per il settore per il drammatico crollo del consumo di vino Made in Italy all’estero che raggiunge il minimo storico da oltre 30 anni per effetto del calo del 20% nelle esportazioni nel 2021, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat a gennaio con l’Italia è il principale esportatore mondiale di vino”, spiega la Coldiretti. 

“L’Italia – conclude la Coldiretti – si conferma comunque primo produttore mondiale con 49,1 milioni di ettolitri ed anche primo esportatore sia nei vini fermi che spumanti con un totale di 20,8 milioni di ettolitri davanti alla Spagna con 20,2 e alla Francia con 13,8”.