Editoriale

Caccia aperta ai terroristi della neve

Non si comprende ancora chi siano gli autori del sabotaggio dei nove cannoni sparaneve del Corno alle Scale, in Appennino, un gesto vigliacco che ha messo in difficoltà un intero comprensorio già provato alla mancanza di neve naturale. Possibile che si tratti solo di vandali? Secondo quanto si è letto sui giornali pare un'operazione pianificata e portata a termine in modo organizzato. Speriamo intanto che il governo mantenga le promesse di aiuti all'Appennino emiliano in crisi per la mancanza di neve.

Giordano Berselli Risponde Beppe Boni

Il raid di una banale gang di vandali pare poco credibile anche ai carabinieri che indagano su questa vicenda e che hanno acquisito alcuni filmati di telecamere ora in visione. Pare più un gesto di eco terroristi. Lo fanno pensare due fattori. Il Corno è già nel mirino di associazioni ambientaliste che contestano, pur in modo legittimo, il progetto di potenziamento degli impianti di risalita contro il quale hanno presentato un ricorso al Tar. Qualche frangia estremista potrebbe aver deciso di andare oltre la legge e agire in modo violento. In Svizzera recentemente si è verificato un episodio analogo e si indaga proprio per eco terrorismo. Ci sono però due buone notizie. La prima è che sta per arrivare un'ondata di freddo che dovrebbe portare nevicate anche in Appennino. La seconda è che nei confronti della società che gestisce gli impianti del Corno si registra una forte solidarietà: due aziende hanno fatto arrivare otto cannoni sparaneve in comodato d'uso alla stazione sciistica per permettere di riparare le macchine danneggiate e sostituire quelle rese inservibili. Dunque si riparte, nonostante tutto. Intanto il ministro del turismo Daniela Santanchè ieri a Milano ha ribadito: «Entro due, tre settimane al massimo le Regioni, che hanno finanziamenti per il Covid ad ora inutilizzabili, possono spendere immediatamente questi soldi per aiutare il settore del turismo bianco>>. In ogni caso la crisi della neve insegna che la montagna d'inverno vive sullo sci, ma vanno incentivate altre forme di attrazione turistica come il wellness e il benessere che possono garantire strutture come le spa. E' un'integrazione necessaria.

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