Bologna, 23 aprile 2012 - E’ STATO localizzato dopo quasi due giorni di ricerche sulle ripide pareti del Corno alle Scale il corpo senza vita di un ingegnere di 44 anni, Alberto Caprara, docente alla facoltà di Ingegneria dell’Alma Mater. L’allarme era scattato sabato attorno alle 16 quando la moglie, non vedendolo rientrare e non riuscendo a contattarlo al cellulare, aveva messo in moto le ricerche dei volontari del Soccorso alpino, diretti da Mauro Ballerini, insieme ai carabinieri della compagnia di Vergato e di Lizzano.

CAPRARA era un alpinista esperto e dotato di attrezzatura all’altezza. Era partito prima dell’alba di sabato con l’intenzione di salire in vetta al Corno. La sua auto è stata localizzata al rifugio Segavecchia, a quasi 1.000 metri di altezza nei pressi di Pianaccio, da dove secondo i soccorritori il 44enne si sarebbe avviato per scalare la parete Est della montagna, il versante più spettacolare ma anche il più difficile. Le ricerche, sospese col calare della notte, sono riprese ieri mattina alle 6 ma senza l’ausilio dell’elicottero, a causa delle forti raffiche di vento in quota e del maltempo. Tre squadre hanno raggiunto via terra la zona, operando in condizioni ambientali quasi proibitive. Le nevicate dei giorni scorsi hanno creato accumuli e strati sovrapposti di coltre bianca, che facilmente possono dare luogo a distacchi lungo i canali che solcano il fianco del monte. Sono le stesse infide condizioni che ha affrontato durante la sua tragica ascesa Caprara, frequentatore abituale del Corno, di cui conosceva ogni roccia.

LA MOGLIE Elisabetta ha riferito ai soccorritori che il 44enne aveva portato con sé l’Arva, l’apparecchio che emette onde radio, indossato da alpinisti e sciatori per farsi localizzare dai soccorritori nel caso si venga sepolti da una valanga. I ricevitori dei volontari, però, non hanno captato alcun segnale. Uno dei due cellulari dell’uomo, inoltre, risultava irraggiungibile mentre l’altro squillava a vuoto. Ieri una squadra del Soccorso Alpino ha rilevato tracce di passaggio nel canale dei Bolognesi, tra i 1.700 e 1.800 metri, ma gli operatori non sono riusciti a scendere lungo tutto il pendio a causa delle condizioni instabili del versante. Alle 19 l’elicottero partito da Pavullo è finalmente riuscito ad avvicinarsi all’area individuata, scoprendo il corpo esanime alla base del canalone, dove verosimilmente è finito a causa di una scivolata. La salma verrà recuperata questa mattina.

IL DOCENTE era originario di Ivrea ma risiedeva a Sasso Marconi. La sua materia d’insegnamento era Ricerca operativa. Diplomato a pieni voti allo scientifico Gramsci nel capoluogo eporediese, capitale dell’informatica con l’Olivetti, Caprara si era laureato con lode nel 1991 a Bologna in ingegneria informatica, bruciando poi rapidamente le tappe della carriera accademica.

Enrico Barbetti e Giacomo Calistri

 

AGGIORNAMENTO, ore 16.30 - Il corpo di Alberto Caprara è stato recuperato nel primo pomeriggio, quando le condizioni meteorologiche hanno permesso che si alzasse in volo l'elicottero del soccorso alpino, partito da Pavullo nel Frignano e facendo base al centro di Lizzano in Belvedere. La salma è stata recuperata grazie al verricello per essere portata all'ufficio di medicina legale di Bologna.
Le operazioni di recupero sono state coordinate dal soccorso alpino regionale, dirette dal vicepresidente Alessandro Bompani, con la collaborazione dei colleghi del Corno alle Scale. Ieri per le ricerche durate tutto il giorno, erano state impegnate una sessantina di persone, tra cui carabinieri della compagnia di Vergato, protezione civile e Forestale.

 

IL RECUPERO DEL CORPO