Fermo, 6 aprile 2014 - La cupola della mafia rumena, che aveva il quartier generale a Porto Sant’Elpidio, oltre a controllare il mercato della prostituzione (video), si era specializzata anche in furti da centinaia di migliaia di euro a noti marchi della calzatura e dell’abbigliamento.

Tra i più colpiti la Docksteps del gruppo Pizzuti di Montegranaro, vittima di due maxi colpi dove furono trafugate decine di migliaia di paia scarpe e capi di abbigliamento. Ma il furto di maggiore importanza sarebbe dovuto essere quello al centro commerciale Il Castagno, dove gli specialisti dell’Est avrebbero dovuto svaligiare Prada e tutti gli altri esercizi commerciali. Sarebbe stato il colpo del secolo se non fosse stato per le indagini in corso dei carabinieri della Compagnia di Fermo e dei Ros di Ancona.

Gli investigatori, infatti, stavano monitorando tutte le attività dell’organizzazione, attraverso intercettazioni telefoniche, cimici, gps e localizzazioni satellitari. Così avevano scoperto che il tentacolo del sodalizio criminale specializzato in furti stava per colpire in maniera eclatante.

I militari, vista la pericolosità dei malviventi e il fatto che fossero sempre armati fino ai denti, avevano predisposto anche l’intervento dai tiratori scelti dell’Arma. I carabinieri erano rimasti appostati per tre giorni sopra i tetti del centro commerciale ed erano riusciti a sventare il colpo milionario, senza però cogliere con le mani nel sacco i componenti dell’organizzazione.

Solo più tardi, nel prosieguo dell’attività investigativa, avrebbero scoperto che una cellula del sodalizio aveva creato una vera e propria base logistica nel casolare di campagna situato vicino a Il Castagno. Da lì, dopo aver fatto un sopralluogo nel centro commerciale, controllavano tutti movimenti. Casualmente, da quelle parti, si era trovata a passare una pattuglia dei carabinieri, ignara dell’operazione tenuta nel massimo riserbo da tutte le forze coinvolte. I banditi si erano insospettiti ed erano fuggiti. Il furto era stato sventato, ma per la loro cattura, c’è stato da attendere fino all’altro ieri, quando è scattato il maxi blitz denominato “Casa Transilvania”.

Gli investigatori hanno scoperto che la refurtiva dei colpi veniva spedita nel giro di 24 ore in Romania attraverso corrieri quotidiani. Il capo dell’organizzazione in Italia era Poul Sergiu Hosu, un noto pregiudicato rumeno di 37 anni residente a Porto Sant’Elpidio. L’uomo, arrestato pochi giorni prima dell’operazione dell’altro ieri, rispondeva solo al capo supremo della cupola, che dava ordini su come gestire il mercato delle schiave del sesso e gli affari illeciti dell’organizzazione dal carcere dove era rinchiuso in Romania. La certosina e paziente opera investigativa ha permesso di mettere tutti i tasselli al loro posto e l’altro ieri è scattato il blitz che ha portato alla notifica di 26 ordini di custodia cautelare in carcere, quattro dei quali ancora da eseguire, in quanto i destinatari sono ancora latitanti.

Fabio Castori