Forlì, 30 agosto 2013 - Quasi 5mila persone, questa la stima degli organizzatori, hanno ascoltato venerdì Matteo Renzi al Festival del Pd di Borgo Sisa, frazione del comune di Forlì al confine con Ravenna. Applausi a non finire per il sindaco di Firenze, reduce da oltre un mese di silenzio stampa.

"Bisogna parlare quando si ha qualcosa da dire", è stato l'inizio del suo intervento. Ad accogliere il renziano Roberto Balzani, sindaco di Forlì. "Questa è una giornata memorabile", ha detto prima del comizio di Renzi guardando le persone arrivate in via Zisa (qualche problema, vista la viabilità del forese, c'è effettivamente stato).

"A quelli che mi hanno votato l'altra volta voglio dire guai a pensare che sia la rivincita dell'altra volta. Dobbiamo superare gli steccati di prima - è stato uno dei passaggi chiave dell'intervento di Renzi - . Se diventerò segretario la prima cosa che farò sarà rottamare le correnti".

Per il sindaco di Firenze è arrivata l'ora di parlare "di questioni reali". Basta con lo zoo della politica, "fatto di falchi, colombe e pitonesse. Anzi, di pitonessa (Daniela Santanchè, ndr) ne basta una". Matteo Renzi ha chiamato a raccolta il 'suo' popolo cui ha chiesto "un atto di generosità". E ha lanciato il guanto di sfida per la segreteria. "Vorrei chiedervi di non essere solo dei consumatori, degli utenti, abbandonare la categoria della nostalgia e di scegliere quella del coraggio. Dobbiamo smettere di pensare che l'Italia è un paese finito, è un paese infinto. Il tempo che ci è dato di vivere è il nostro tempo". E poi ha citato "un pensatore francese". "La speranza non si eredita, si conquista. Anche il Pd non si eredita, si conquista: insieme possiamo farcela", ha assicurato. Alla fine del suo intervento, durato una quarantina di minuti, Renzi ha fatto un giro tra i volontari della festa. Vista l'ora ne ha approfittato per addentare una piadina. E per ascoltare una ragazza in cerca di lavoro.

Redazione