Modena, 20 ottobre 2013 - “Non basta la condanna, ovviamente scontata. E’ l’estrema fragilità dei rapporti umani che ci deve preoccupare, far riflettere e soprattutto indurre ad operare affinché crescano consapevolezza e rispetto della persona.” Il sindaco Giorgio Pighi interviene sul gravissimo episodio della ragazzina modenese violentata da un gruppo di coetanei.
 

“In questa vicenda, che voglio ritenere isolata - sostiene il sindaco - insieme al dramma della vittima e delle famiglie coinvolte, ciò che più mi ferisce è la mancanza di solidarietà tra i ragazzi, gli altri amici e le altre amiche che sapevano e non hanno impedito quanto stava accadendo. Non si tratta di colpevolizzare i ragazzi, ma di rilevare una pericolosa carenza di strumenti culturali e di senso di responsabilità sulla quale tutti dobbiamo interrogarci.”
 

 

Pighi entra poi nel merito dei fatti fin qui accertati dalle indagini. “Poco importa –prosegue - che, come si legge oggi sulle cronache, “non ci siano tracce di botte o lividi”. Anche l’aver approfittato di una situazione che rende più facile abusare di una persona che si credeva in un ambiente protetto, come i giovani sono soliti considerare i contesti amicali, è altrettanto grave. Sottintende un’inquietante difficoltà a distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male.”
 

 

Il sindaco si dice certo che carabinieri e magistratura svolgeranno ogni opportuno approfondimento, accerteranno responsabilità individuali ed eventuali complicità. “A noi, noi istituzioni, noi famiglie, noi scuola, noi gruppi di amici, spetta il compito di non far apparire riduttivo il grande coraggio dimostrato da questa ragazza e dalla sua famiglia. La loro denuncia, infatti, deve portare alla giusta punizione dei colpevoli, ma anche indurre tutti noi ad una riflessione attiva. Il primo passo è parlarne, in famiglia come a scuola.”
 

 

“Il Comune di Modena - conclude il sindaco - cercherà in ogni modo di essere vicino alla vittima ed alla sua famiglia con gli strumenti ed i percorsi che abbiamo creato in questi anni insieme alle associazioni femminili, alle strutture sanitarie, alle forze dell’ordine e alla magistratura.”