Venerdì 26 Aprile 2024

Naufragio Gokbel, partono le prime denunce. Nel mirino dei familiari ci sono i soccorsi

Il destinatario dell’accusa potrebbe essere l’equipaggio siriano della Lady Aziza AUDIO DELLA COLLISIONE

Le immagini della Gokbel

Le immagini della Gokbel

Ravenna, 30 gennaio 2015 - Il caso giudiziario legato alla collisione tra le motonavi Gokbel e Lady Aziza è destinato ad assumere proporzioni sempre maggiori. Ieri, gli avvocati Maurizio Mauro e Mariarita Calderoni hanno avuto mandato dai familiari del marittimo rinvenuto nelle acque antistanti il porto di Fano, Zeynel Ustun, di depositare presso la Procura della Repubblica di Ravenna «denuncia per omissione di soccorso nei confronti di chi spetta, nonché di promuovere ogni più opportuna azione legale connessa ai fatti di cui sopra». I due legali, che già assistono l’armatore della Gokbel, Omer Cetinkaya, si riservano quindi di raccogliere ogni elemento utile ad individuare gli eventuali colpevoli di omissione di soccorso. 

L’accusa, che era balenata fin dai primi giorni successivi alla collisione, riguardava l’equipaggio siriano della Lady Aziza. I sopravvissuti al naufragio avrebbero raccontato che i marittimi della motonave, battente bandiera del Belize, avrebbero osservato il cargo turco affondare senza muovere un dito.

«Dobbiamo capire anche il funzionamento di altre cose – commentano i legali – considerando la seguente catena: collisione, affondamento, mancato soccorso e morte». Il mandato agli avvocati Mauro e Calderoni è stato conferito da Ulviye e Nevin Ustun, fratello e sorella del primo disperso ritrovato a Fano il 21 gennaio, che ieri erano a Pesaro per l’autopsia del fratello. Per oggi è previsto l’arrivo, sempre a Pesaro, dei familiari del secondo disperso, il cuoco di bordo 55enne Arslan Bayram. Anche a loro sarà prelevato il dna per confrontarlo con quello del marittimo e avere la certezza della sua identità. Non è escluso che, dopo Pesaro, i familiari facciano tappa a Ravenna per sottoscrivere un secondo mandato ai legali in relazione all’eventuale omissione di soccorso. 

La collisione ha provocato finora sei morti, anche se per due marittimi turchi si parla ancora di ‘dispersi’, mentre cinque sono stati tratti in salvo. La Capitaneria di porto, nel frattempo, ha risposto alla richiesta dell’avvocato Mauro di posticipare l’ultimatum dell’1 febbraio imposto all’armatore Cetinkaya per rimuovere il relitto, sempre più insabbiato a 2,2 miglia dal porto. La Capitaneria non indica una nuova data, ma chiede all’armatore di presentare un programma dettagliato dei lavori di recupero, indicando tempi e modalità. Questa mattina, in apertura di Comitato portuale, si terrà una breve cerimonia per ringraziare ormeggiatori, piloti e rimorchiatori intervenuti in soccorso dei marittimi durante la collisione del 28 dicembre.