Fabbrico (Reggio Emilia), 17 maggio 2014 - Nell’attesa di attribuire un’identità certa al cadavere riaffiorato dai campi di via Cascina a Fabbrico (FOTO - VIDEO), i carabinieri stanno sentendo in queste ore numerose persone. Lo scopo è capire se se possano aver colto qualche elemento utile a chiarire il giallo in cui è avvolta la morte di questa persona che, fino a ieri ancor priva di un nome e un cognome ufficiale anche se pare che ci sia una pista precisa), potrebbe essere, secondo i primi riscontri, un maschio tra i 20 e i 30 anni, asiatico, della zona compresa tra l’Afghanistan, l’India e il Pakistan.

A Fabbrico abitano molti pakistani: potrebbe dunque essere originario di quest’ultimo Paese l’uomo riemerso durante i lavori di scavo fatti mercoledì mattina da una ruspa. Il cadavere era nudo, accovacciato, con la mano sinistra staccata. Il collo era dilaniato da tagli e altre ferite sono state trovate all’addome. Gli inquirenti - l’inchiesta dei carabinieri è coordinata dal magistrato Giacomo Forte - non escludono che queste lacerazioni possano essere state causate dalla pala dell’escavatore. Ma se a chiarire le cause della morte sarà l’autopsia - che dovrebbe essere fatta tra lunedì e martedì - non ci sarebbero invece dubbi sulle circostanze in cui è avvenuta: la procura ha infatti aperto un fascicolo per omicidio.

I terreni di via Cascina, dove l’uomo era sepolto, secondo i primi rilievi, da circa due mesi, potrebbero essere solo il luogo del ritrovamento del cadavere, e non dell’esecuzione. Saranno fatti anche accertamenti sulle impronte digitali, trovate in quantità sufficiente per poter dare al morto un nome. Al momento sono state confrontate le generalità delle persone di cui si è denunciata la scomparsa con gli elementi finora a disposizione sul cadavere di Fabbrico, ma finora sembra non siano state trovate corrispondenze.

Intanto l’area in cui è stato trovato il corpo, di proprietà dell’azienda Argo tractors, è stata sottoposta a sequestro. I militari stanno raccogliendo numerose voci, tra chi operava in loco e anche i lavoratori della ditta, nel tentativo di capire se qualcuno possa aver visto o colto qualche elemento importante. Secondo quanto filtra dagli inquirenti, qualcuno avrebbe detto di poter dare qualche informazione utile, ma le sue dichiarazioni dovranno essere verificate e vagliate.

Alessandra Codeluppi