Reggio Emilia, 7 dicembre 2013 - «VERGOGNATEVI tutti». «Barilli e amministrazione, l’ennesima umiliazione». Due striscioni comparsi ieri in città; il primo affisso lungo via del Chionso, la strada che costeggia il Campovolo. Il secondo è campeggiato nel rotondone dell’Orologio. Sono gli slogan di quello che per i tifosi granata è un vero e proprio «Day After», dopo che il patron del Sassuolo Giorgio Squinzi ha acquistato lo stadio Città del Tricolore. Una pillola intrisa d’amarezza davvero difficile da ingoiare e un urlo che però non resterà strozzato in gola. Anzi, il disappunto sarà gridato a gran voce domani pomeriggio davanti all’ormai ‘definitivo’ Mapei Stadium prima del match Sassuolo-Chievo, insieme agli stessi tifosi neroverdi.

UN SIT-IN già nell’aria da martedì, quando è arrivata l’offerta-blitz di Squinzi in tribunale, ma che ieri è stata ufficialmente annunciata dai tifosi. Un comunicato congiunto diffuso da tutti i gruppi ultras della Reggiana, ovvero Gruppo Vandelli, Teste Quadre e Rebel Crew, che invita tutti a «ritrovarsi domani all’una davanti al circolo Pigal, per dare luogo ad una pacifica ma ferma protesta con tanto di volantinaggio». Indignazione motivata così: «Ancora una volta noi reggiani siamo stati umiliati, togliendoci qualcosa che era nostro, perché a suo tempo costruito col nostro denaro, nell’assoluta indifferenza della nostra amministrazione che ha addirittura accolto con un plauso l’acquisto del nostro stadio da parte di un imprenditore milanese».

PROTESTA che culminerà poi all’interno dello stadio durante lo stesso match. «Chiediamo a tutti i tifosi della Reggiana di acquistare il biglietto per assistere alla partita e di prendere posto insieme a noi in Curva Sud, coi nostri colori, come già concordato con la tifoseria del Sassuolo». Già. Proprio così. Se in tribunale Reggiana e Sassuolo si sono sfidati per aggiudicarsi l’impianto, sugli spalti ci sarà una sinergia nella contestazione. Gli stessi ultras sassolesi sono stati sempre contrari, tant’è che il leitmotiv scandito durante le partite recita: «Questo stadio non ci appartiene». E proprio uno degli ultras neroverdi scrive: «Si sogna ad occhi aperti, si chiudono gli occhi e si immaginano le bandiere al vento, i cori a squarciagola, una città in fermento...Già una città. Un patron e una società che non hanno rispetto per una città, non sono neanche degni di indossare quei colori. Rispetto per la mia città e per la mia maglia. Il Sassuolo a Sassuolo»

Daniele Petrone