Misano (Rimini), 18 marzo 2014 - HA ANCORA NEGLI occhi quella maledetta scena ed, a fatica, contiene l’emozione. Lei, una donna sulla quarantina, racconta a stento quei momenti di terrore: «Erano da poco passate le 11 ed ero nei pressi della mia auto nel parcheggio quando ho visto un uomo con la testa coperta dal cappuccio di una felpa ed una pistola in mano, dirigersi verso una Mercedes Classe A grigia.

Gli ho urlato: ‘Che cosa stai facendo?’, ma il killer non mi ha dato retta. Ha tirato dritto, poi ha detto qualcosa in una lingua a me sconosciuta, ma che credo fosse albanese ed ha iniziato a sparare. E’ stato tutto velocissimo. Ho visto cadere l’altro giovane, il padre di famiglia, sotto i suoi colpi, coperto di sangue mentre la moglie ha iniziato a urlare. Una scena allucinante». La testimone oculare trattiene a stento le lacrime, non vorrebbe parlare: «Che cosa volete che vi dica, è tutto assurdo, una sparatoria di giorno, in mezzo alla gente, il morto poi è così giovane. Dopo che ha sparato, il killer si è allontanato in fretta, salendo su un’auto blu. Di più non ho visto. Ma non riesco a dimenticare quei momenti». Il terrore le si continua a leggere sul volto e nel continuo tenersi le mani, quasi a proteggersi dall’incubo di quei minuti.

Ha, invece, tentato di portare soccorso al giovane albanese un turista straniero di 55 anni che era arrivato domenica sera a Cattolica per concedersi una settimana di relax in Riviera.
«Avevo parcheggiato la mia auto — inizia così il suo racconto — ed ero arrivato all’ingresso del supermercato quando ho sentito cinque colpi. Sono uscito di corsa per vedere che cosa stesse accadendo. Ho visto a terra l’uomo, gli usciva abbondantemente sangue dalla bocca e la sua giovane compagna gli era accanto, in ginocchio, che piangeva ed urlava. Mi sono avvicinato ed ho visto il ragazzo che stava morendo. Ho immediatamente chiamato i carabinieri ed il 118, ma per lui non c’era più nulla da fare. E’ spirato prima che arrivasse l’ambulanza. Gli aveva sparato troppi colpi».

Solo pochi minuti una cassiera della Conad aveva servito la famigliola: «Erano nostri clienti abituali— spiega la giovane— venivano spesso a fare la spesa. Oggi però i due ragazzi erano molto taciturni, apparivanoo tesi. Lui stringeva in braccio entrambi i bambini, uno di sei mesi, l’altro di un anno e mezzo. Non si sono mai parlati moglie e marito. Mi hanno raccontato che l’uomo si era fermato a parlare con un’altra persona, ma non so niente di più. Assurdo pensare che sia stato ammazzato così, in pieno giorno, nel parcheggio».
 

Grazia Buscaglia