Rovigo, 15 aprile 2014 - Continuano ‘i misteri’ in città. Dopo l’arrivo degli acchiappa fantasmi alla caccia di Jean Marie Sauvary, maresciallo delle truppe francesi in età Napoleonica, dopo le lettere d’amore (foto) appese all’edificio abbandonato dell’ex genio civile in corso del Popolo, arriva anche un misterioso ‘Tanko’ (così era stato rinominato il carroarmato ricavato da un’escavatrice blindata dagli indipendentisti arrestati due settimane fa) di cartone, collocato in bella vista sotto al palazzo Roverella, a due passi da piazza Vittorio Emanuele.

Ieri mattina, era impossibile non imbattersi nella bizzarra costruzione di cartoni riciclati, probabilmente da qualche negozio. Un carro armato di un metro quadro, con tanto di ruote, disegnate, e un cannoncino ricavato da un tubo, sempre di cartone. Una chiara riproduzione del Tanko sequestrato nell’arsenale di Casale di Scodosia, a cui stavano lavorando gli indipendentisti veneti che sono finiti in manette due settimane fa, tra cui il polesano Marco Ferro, Maria Luisa Violati e la figlia Erica Pizzo, residenti ad Arquà Polesine.

E per chi non ci fosse arrivato subito, gli incogniti autori della provocazione hanno voluto pure aggiungere, scritto a pennarello su una fiancata del carro armato "Tanko, arma letale". Non c’è dubbio quindi che si trattasse di una provocazione, mirata a polemizzare contro i recenti arresti degli indipendentisti, considerati innocenti dall’opinione pubblica, o al massimo colpevoli di reati molto minori rispetto all’accusa di terrorismo per cui sono indagati.

Un mistero che si aggiunge agli altri che hanno invasto la città nell’ultimo weekend. A partire dai bigliettini d’amore ritrovati attaccati all’edificio dell’ex genio civile in corso del Popolo. Appese agli alberi, annodati su porte e finestre dello stabile, infatti, domenica mattina sono comparsi dei cartoncini bianchi con nastro rosso riportanti le parole di amori passati, vissuti e sospirati da teneri amanti. Un gesto che molti attribuiscono ad alcuni figuranti pagati dal Teatro Sociale di Rovigo, per attirare l’attenzione sugli edifici abbandonati della città.

Ma su cui non è stata ancora fatta chiarezza ufficiale, né dal Teatro rodigino, né dagli amministratori, tantomeno da possibili artisti che potrebbero aver dato sfogo alla loro vena creativa.
Infine, sempre domenica mattina, sono arrivati in città degli acchiappafantasmi, alla ricerca di uno spettro che si sarebbe palesato più volte nel centro storico. I ghostbuster di Forlì, arrivati a Rovigo dopo aver raccolto numerose segnalazioni di fenomeni che si sarebbero verificati in centro, capeggiati dal presidente della National Ghost Uncover, Massimo Merendi, svelano il mistero: "Tutto sarebbe iniziato due estati fa, quando due ragazze di Fratta, entrambe di 30 anni, uscendo da un locale del centro appena dopo la mezzanotte, si sarebbero trovate di fronte uno spettro alto più di tre metri, ma con lineamenti poco marcati, che si sarebbe presentato come Anne Jean Marie Renè Savary, noto come Duca di Rovigo. Lo spettro — questa la testimonianza — avrebbe salutato le ragazze con un marcato accento francese prima di sparire". Le giovani impaurite (una è una commessa che lavora in un negozio del centro), si sono così rivolte agli acchiappa fantasmi, che domenica hanno fatto alcune rilevazioni ambientali, per scoprire qualcosa di più sulla presenza del Duca.