Ancona, attacco di lupi o cani selvatici: sei pecore sbranate

Irruzione notturna a circa 200 metri dalle case. L'allevatore Roberto Magnaterra: "Sono distrutto, viene voglia di mollare tutto"

Alcuni degli animali sbranati dai lupi o cani selvatici

Alcuni degli animali sbranati dai lupi o cani selvatici

Castelfidardo (Ancona), 27 settembre 2022 - Sei pecore sbranate e un montone gravemente ferito nella notte alle porte di Castelfidardo per un’incursione di lupi o cani selvatici. Spetterà al veterinario dell’Asur stabilirlo, che segue l’attacco di venerdì sera con un vitello morto. E’ successo a neanche 200 metri dall’abitato in contrada Pescara, nell’allevamento di Roberto Magnaterra che proprio il mese scorso ha denunciato altre quattro perdite tra le capre della fattoria didattica, di fianco alla stalla dove alleva mucche e vitelli per produrre latte fresco, mozzarelle, formaggi e carne. Tutti prodotti che poi vengono proposti nel punto vendita aziendale o nei mercati di Campagna Amica.

L’incursione dei selvatici è avvenuta nella notte. Gli animali sono riusciti a superare i quasi due metri di recinzione a protezione dei capi. La macabra scoperta è avvenuta l’altra notte attorno alle 5.30 quando Magnaterra si è recato sul posto per dar da mangiare ai suoi animali. "Non so ancora con che coraggio riesco ad andare alle stalle quando ancora non è giorno, viene voglia di mollare tutto", ammette nello sconforto. Coldiretti da tempo denuncia che la presenza di questi animali nei pressi dei centri abitati è il segno più evidente di un equilibrio degli habitat che è stato perduto.

Finora per quanto riguarda le predazioni si è intervenuto sulle aziende agricole con finanziamenti per l’acquisto di recinzioni e cani da pastore ma se si guarda agli indennizzi, questi coprono a stento lo smaltimento delle carcasse e non sono riconosciuti le morti collaterali come nei casi di animali schiacciati nella calca o andati perduti nella fuga. Senza contare che oltre al danno diretto delle uccisioni, va calcolata la perdita di reddito dovuta anche al crollo della produzione di latte, causa stress, degli animali sopravvissuti.

"Dato che i numeri sembrano confermare che il lupo ormai non è più in pericolo vogliamo impegnare le istituzioni a definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi UE come Francia e Svizzera per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati", dice la Coldiretti. Secondo gli ultimi dati della Regione Marche, da gennaio a settembre 2021 si sono verificati 59 assalti, tutti di lupi, in 38 aziende. Sono state 273 le predazioni: 236 pecore o capre, 21 vitelli e 16 tra puledri e asini. Negli ultimi quattro anni sono stati predati oltre mille e 500 animali. "Una situazione drammatica - commenta Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche - e in attesa di un Piano nazionale urgono subito misure di carattere regionale per ricalcolare i rimborsi e finanziare nuove misure dedicate alla difesa del settore zootecnico".