Morsi, sputi in faccia e costole rotte Il pronto soccorso è una trincea

L’altra sera un paziente esagitato ha aggredito il personale, poi si è scoperto che era anche affetto dal Covid. Il personale è sempre più esiguo e in affanno: più di trenta persone in attesa durante le ore notturne

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Il pronto soccorso di Torrette è sempre più in difficoltà. Alle croniche carenze di personale medico e infermieristico per le quali non si riesce a trovare ancora una soluzione nonostante i numerosi appelli da parte della dirigenza e degli operatori, si aggiungono anche situazioni di disagio che non possono più considerarsi e isolate.

L’altra sera un paziente che era finito al centro delle cronache recentemente per alcuni episodi in un locale della zona, ha aggredito il personale del pronto soccorso.

Ad uno ha incrinato le costole in seguito a una violenta colluttazione, a un altro infermiere ha causato dei seri problemi a un dito. Il paziente, sempre più esagitato, ha sputato negli occhi a un terzo operatore sanitario.

Il problema vero che ora si è scoperto che l’uomo ricoverato è affetto dal Covid e quindi per l’infermiere è scattata la profilassi come prevedono i protocolli. Una situazione incandescente che, vale la pena sottolineare non è purtroppo la sola. Il pronto soccorso di Torrette è diventato una sorta di trincea.

Si lavora praticamente con l’elmetto in testa e non è un’esagerazione. Il reparto di emergenza è assaltato da centinaia di persone dalla mattina alla sera. Nel computo delle probabilità è più che certo che ci siano anche degli esagitati, persone che hanno degli evidenti problemi di comportamento e che meriterebbero ben altre cure. Il problema è che non ci sono rimedi all’orizzonte e nessuno si azzarda a scalfire questo muro. L’altra notte in pronto soccorso a Torrette c’erano in attesa più di trenta persone: una cosa che ormai si sta ripetendo quotidianamente.

Questo perchè i tempi di attesa si allungano. Ed è inevitabile, vista la delicatezza delle situazioni da affrontare e la scarsità di personale in servizio. Va considerato che siamo in un periodo di ferie estive. Chi resta al lavoro in emergenza lo fa senza sosta, a volte senza avere neppure il tempo di riposare.

La maggior parte dei codici che escono dalle sale di emergenza sono bassi. Perchè in molti continuano a rivolgersi al pronto soccorso direttamente, senza passare dai medici di famiglia. Il filtro non c’è più, il sistema è saltato completamente. Il Covid ha peggiorato le cose, ma questa non può essere una scusante. Il settore dell’emergenza non è in difficoltà solo a Torrette. A livello nazionale l’associazione dei medici che lavorano nel settore più vulnerabile della sanità, denuncia gravissime carenze di personale: nessuno vuol lavorare più in pronto soccorso. Si fanno turni massacranti, si rischia la vita. Alla fine del proprio lavoro, fatto con abnegazione, ci si rende conto di aver dato tutto se stesso senza ricevere nulla in cambio. Sacrificando la propria vita, gli affetti e tanto altro.

E nessuno vuol farlo più.

Andrea Massaro