Ancona, cambiavano i voti sul registro: studenti hacker a processo

Cinque dei 34 alunni di Ancona e Falconara: modificavano i voti. Per 27 la messa alla prova

Hacker (foto di repertorio)

Hacker (foto di repertorio)

Ancona, 23 giugno 2022 - Assenze e brutti voti venivano modificati a loro piacimento, entrando nel registro elettronico della propria classe. Per un intero anno scolastico un gruppetto di studenti si sarebbe divertiti così, migliorando le proprie posizioni, fino a quando la preside non li ha scoperti facendo partire una denuncia che ha portato in tribunale 34 alunni di Ancona e Falconara. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Daniele Paci ieri si è conclusa l’udienza preliminare davanti alla gup Francesca De Palma: in cinque sono stati rinviati a giudizio, per 27 è stata concessa la messa alla prova e per due è arrivato il proscioglimento per "ne bis in idem" (non due volte per la medesima cosa) avendo avuto già un procedimento penale per le stesse accuse per le quali erano stati assolti per irrilevanza del fatto.

Per chi andrà a processo il dibattimento si aprirà il prossimo 18 ottobre. I reati contestati sono accesso abusivo al sistema informatico e falso materiale. Per la messa alla prova le difese degli imputati hanno indicato strutture dove fare volontariato e tra queste ci sarà anche chi andrà al circolo ippico della Cittadella. La durata delle Map andranno dai 4 ai sei mesi. A febbraio si farà il punto per vedere se la messa alla prova è andata a buon fine e in quel caso per gli studenti, molti oggi vanno all’università, altri hanno trovato lavoro, si estinguerà il reato senza aver dovuto affrontare un processo e rischiare una condanna. La scuola frequentata dagli indagati, tutti 18enni all’epoca dei fatti, era il Savoia-Benincasa, e il periodo incriminato è l’anno scolastico 2015-2016. Almeno tre sarebbero state le classi quinte che avrebbero approfittato di una leggerezza commessa da due docenti, una era una insegnante di educazione fisica, di non custodire attentamente la password utilizzata per entrare nel registro elettronico. Uno dei due prof addirittura l’aveva scritta anche alla lavagna e gli studenti se la sarebbero passata tra loro, all’occorrenza.

Le più astute sarebbero state le ragazze, 23 quelle incriminate contro 11 maschietti, che in più volte, nell’arco dello stesso anno scolastico, si sono collegate per correggere giorni di assenza cambiati con presenze in classe e anche ritardi accumulati nell’accesso a scuola o uscite anticipate. Una delle indagate che non ha fatto richiesta di messa alla prova ha dieci accessi abusivi contestati, tutte per cancellare i ritardi e le assenze di intere giornate di scuola. Gli studenti hacker, stando alle accuse, hanno utilizzato per lo più la linea internet di casa, intestata ai propri genitori che inizialmente erano finiti indagati in concorso con i figli fino ad uscire poi dal procedimento perché hanno dimostrato che non erano a casa quando avvenivano i collegamenti. Nello stesso procedimento c’erano finiti anche studenti minorenni le cui posizioni sono state poi valutate dal tribunale specifico. Alcuni dei maggiorenni indagati avrebbero migliorato anche i brutti voti presi, alternando quindi dati scolastici sul loro rendimento. La Procura ha contestato l’ aggravante della distruzione e danneggiamento dei dati con l’accesso abusivo al sistema. Ad accorgersi era stata la preside di allora, Alessandra Rucci, poi era intervenuta la polizia postale.