Il festival di Sanremo secondo Aiello

"Questo è il festival della resistenza". Così, in una conversazione con l'Agi, Aiello, uno dei debuttanti convocati alla 71esima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo dal direttore artistico Amadeus definisce la kermesse che partirà il 2 marzo. "Tutti stiamo resistendo - prosegue Aiello - la musica sta resistendo, il festival stesso sta resistendo, è una prova di grande forza che dobbiamo a noi stessi e agli altri". Qualche anno fa Antonio Aiello, così all'anagrafe, nato a Cosenza 35 anni fa, aveva già provato la strada del festival per lanciare la sua carriera, propose una canzone per la sezione Giovani ma venne rifiutato, oggi si prende la sua rivincita non solo rientrando dalla porta principale riservata ai big, ma da esponente, tra i maggiori ormai, di una scena cantautorale nuova che numericamente surclassa la vecchia 'musica leggera', "Amadeus secondo me ha fatto un cast incredibile - spiega Aiello - scena contemporanea, fresca, cool, quindi a me inorgoglisce doppiamente essere stato scelto". Anzi, forse il dubbio è che Sanremo si sia aperto con diversi anni di ritardo ad una scena che ha catturato l'attenzione del pubblico con numeri da mainstream già da tempo". Sanremo è un evento così largo che inevitabilmente deve abbracciare tutti e quando tu devi piacere a tutti è difficile fare delle scelte coraggiose e rischiare di perdere una fetta di affezionati, che sono anche magari un po' più adulti - dice il cantante - quindi è un atto di coraggio quello che ha fatto quest'anno Amadeus, più degli altri anni, e secondo me verrà premiato, anche perché, dicono, togli la mia, che sono tutte canzoni molto belle. E secondo me anche le persone più adulte, di fronte a delle belle canzoni ci si emoziona comunque e si partecipa comunque. Non si è mai troppo tardi per fare dei passi verso la contemporaneità". Un debutto all'Ariston ma senza pubblico, quello di Aiello, uno dei tanti che canteranno su quelle assi infuocate con l'entusiasmo smorzato dalla situazione che stiamo vivendo. "Tutte le performance sono condizionate in meglio o in peggio se c'è un pubblico che le sostiene - spiega - quindi cantare senza pubblico è sicuramente un deficit che hai di partenza, aggiungi che quest'anno l'ansia del Covid, avremo le mascherine attaccate fino all'ultimo secondo, sarà veramente un'impresa andare su quel palco e godersi in totale serenità la performance; però daremo il massimo e speriamo di fare arrivare al pubblico da casa tutto l'amore possibile".