Viviano vuole mettere l’Ascoli in buone mani. "Contano solo i risultati, serve continuità»

Il portiere: "Il senso di appartenenza che c’è qua non lo vedo neanche a Firenze. Tutti i bambini tifano il Picchio, mi ha scioccato"

"Contano solo i risultati, serve continuità"

"Contano solo i risultati, serve continuità"

Con Emiliano Viviano l’Ascoli è in buone mani. È l’esperto portiere fiorentino uno dei leader dello spogliatoio. Arrivato nella scorsa estate il 38enne è subito diventato un tassello imprescindibile all’interno dello schieramento bianconero. Dopo l’esordio a Cesena (favorito proprio da Castori) e le 4 stagioni di Brescia, l’estremo difensore è tornato a cimentarsi nel torneo cadetto per consentire al Picchio di raggiungere il proprio obiettivo.

Al suo arrivo dichiarò di aver accettato perché stimolato da questa sfida. Oggi, alla luce delle difficoltà incontrate, confermerebbe?

"Sì. Sappiamo che il campionato è lungo e anche molto particolare. Mi aspettavo di incontrare meno difficoltà. Ci sono state delle difficoltà che ci hanno portato ad avere una posizione di classifica non proprio ottimale. C’è stato il cambio di allenatore. Non ho mai parlato ma sono dispiaciuto per Viali. Siamo stati responsabili anche noi. Adesso però dobbiamo solo guardare avanti e mentalizzarci con mister Castori per fare punti. Solo i risultati contano".

Come vi trovate con l’arrivo di Castori? Il mister la fece esordire a Cesena tra l’altro...

"A Viali piaceva un po’ di più il palleggio. Invece con Castori c’è un concetto completamente diverso. Lui vuole sempre il gioco in verticale e che la squadra sia sempre corta, aggressiva. C’è stato un gran bel cambiamento. La differenza sta sempre nel come ti approcci e già a Reggio Emilia si è visto. Si deve migliorare dal punto di vista fisico perché con Castori la richiesta è molto dura. Il mister è una persona con valori importanti, l’ho conosciuto a 18 anni. Sono contento di averlo ritrovato. Conoscevo anche Bocchini, altra persona eccezionale. A 70 anni lui ha ancora una grande carica. Anzi, forse oggi ne ha anche di più".

Come è cambiato il suo ruolo con il passaggio alla difesa a tre?

"Per me è cambiato tutto. Prima l’obiettivo era quello di uscire con il palleggio. Adesso invece si deve ribaltare l’azione e rifornire le due punte. Sono due approcci diversi. In questa maniera non si tratta di buttare la palla in avanti ma cercare di servire i compagni a 60-70 metri. E con un centrocampo a 5 questo è un po’ più semplice".

Questo Venezia a suo modo di vedere ha dei punti deboli?

"Tutte le squadre hanno punti deboli. Sono una delle favorite con ottimi giocatori e sono ben allenati. Stiamo parlando di una squadra che merita la posizione che ha, ma andremo lì per fargli male e vincere. Come va fatto in tutte le partite di B. La mentalità del mister e la nostra deve essere di andare a giocarcela con tutti. Ho giocato in A e in qualche circostanza sai che se giochi con squadre come Juve o Inter puoi fare bene quanto vuoi, ma non vinci. Qui puoi fare risultato con tutti".

Dopo pochi mesi che idea si è fatto di questa piazza?

"Ho giocato in tante squadre importanti. Mi ha scioccato il fatto che non si trova un bambino che non tifi Ascoli. Il senso di appartenenza che c’è qua non lo vedo neanche a Firenze. La città è piccola. Non ti chiedono chissà che. Vogliono solo vederti lottare. Sono venuto qua per cercare di regalare un sogno a questa gente. La passione è davvero grande".

Cosa serve per raggiungere la salvezza?

"Nel calcio bisogna in generale cercare di seguire il proprio allenatore. Bisogna stare più equilibrati possibile. Dopo la gara col Sudtirol lo avevo chiesto alla piazza. So che non è facile, sono tifoso anche io e ti lasci trascinare dagli eventi. Sappiamo però che questo è un campionato dove in due partite passi dai playout ai playoff. Seve un po’ di continuità in tutte le prestazioni, cosa che forse ci era mancata. È vero che puoi perdere, ma cambia il come perdi".

Qual è l’obiettivo di punti da raggiungere entro la fine dell’andata?

"Nella mia carriera non sono mai stato in una lotta per non retrocedere. La classifica non la guardo perché penso alla partita e basta. Lì ti giochi il pane. Non ci siamo dati una soglia, ma nelle prossime 5 partite vogliamo superare i 20 punti".

Massimiliano Mariotti

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