2 Agosto, una rotonda per Mirella La commozione di figlio e fratello

La Fornasari aveva 36 anni ed è una delle 85 vittime della Strage della stazione "L’abbiamo cercata per ore".

2 Agosto, una rotonda per Mirella  La commozione di figlio e fratello

2 Agosto, una rotonda per Mirella La commozione di figlio e fratello

"Mia madre era una persona comune. Si preoccupava tanto del suo lavoro e della sua famiglia. Mai avrebbe pensato di finire con il proprio nome sulla lapide posta nella sala d’aspetto della stazione di Bologna".

Con un certo imbarazzo per le tante persone radunatesi sotto il sole cocente, martedì sera a Casalecchio Paolo Lambertini ha inaugurato la rotonda che, all’incrocio tra le vie Isonzo e 63.a Brigata Bolero, è stata intitolata a sua madre Mirella Fornasari, una delle 85 vittime della bomba scoppiata alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980.

A tirare giù il tricolore dalla targa che porta il titolo della rotonda c’erano anche il sindaco di Casalecchio Massimo Bosso, numerosi assessori e consiglieri comunali, la consigliera comunale Giulia Bernagozzi in rappresentanza del Comune di Bologna, tanti parenti di Mirella Fornasari e tanti amici.

"Mirella – ha ricordato il sindaco – aveva 36 anni e viveva in via Piave a Casalecchio. Sposata con Giorgio Lambertini, artigiano casalecchiese, lavorava per la ditta Cigar, una società che si occupava della ristorazione all’interno della stazione e che aveva i suoi uffici sopra alle sale d’aspetto. L’esplosione della bomba, il 2 agosto del 1980, la colse mentre lavorava e il suo corpo senza vita fu ritrovato solo a notte inoltrata. Paolo, l’unico figlio, all’epoca aveva 14 anni".

Otello Fornasari, fratello di Mirella, quel 2 agosto 1980 era dipendete dell’Atc, l’azienda bolognese dei trasporti pubblici. "Quel giorno – ha raccontato all’inaugurazione della rotonda – ero in ferie in Riviera e stavo mangiando. Appena seppi la notizia, lasciai i maccheroni a metà e mi precipitai a Bologna. Con i parenti facemmo il giro di tutte le camere mortuarie. Nessuna traccia di Mirella. Solo alle due di notte mi chiamarono dal Sant’Orsola per andare ad identificarla. Eppure, lei quel giorno non doveva essere lì".

Oltre a Mirella Fornasari nello scoppio della bomba alla stazione morirono altre dipendenti della Cigar. "L’ufficio di mia madre era in via Marconi 51 a Bologna – ha raccontato il figlio Paolo che è anche vicepresidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Bologna – e spesso succedeva che al sabato andava a dare una mano ai colleghi in stazione.

Avevo appena frequentato il primo anno all’istituto agrario. E da quando divenni maggiorenne, su insistenza di mio padre, ho seguito tutte le attività dell’associazione e tutti i vari gradi dei processi. Fino all’ultimo sui mandanti".

Nicodemo Mele

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