FEDERICA
Cronaca

Accoltellò la compagna in via Rialto. Condannato a quindici anni

La vittima: "Vorrei che tutto questo non fosse mai successo". L’aggressione sotto gli occhi dei loro bimbi

Accoltellò la compagna in via Rialto. Condannato a quindici anni

Accoltellò la compagna in via Rialto. Condannato a quindici anni

Orlandi

È stato condannato a 15 anni Fadl Mehdi, il trentatreenne marocchino accusato del tentato omicidio della compagna la mattina della vigilia di Natale del 2022, quando la colpì alla gola con un paio di forbici davanti ai loro tre figli piccolini, in un appartamento di via Rialto. All’uomo era contestato il tentato omicidio aggravato da crudeltà, futili motivi e legame affettivo con la vittima.

In aula, l’avvocato Matteo Sanzani, difensore dell’imputato, aveva chiesto una pena più mite per il proprio assistito, calcolandola in base alla caduta di alcune aggravanti, tra cui quella di crudeltà. Anche il trentatreenne ha reso alcune dichiarazioni di fronte al giudice dell’udienza preliminare, Grazia Nart, depositando poi una lettera dedicata alla ex compagna e ai figli: "Sono dispiaciuto per quello che ho fatto – la conclusione del testo –. La mia pena non sarà tanto il carcere, quanto il dover stare lontano dai miei bambini".

Parole che ha letto di fronte alla sua vittima, nonché madre dei suoi tre bambini (che ora hanno tre, sette e nove anni), i quali, quella tragica mattina del 24 dicembre, anziché pensare ai regali e a Babbo Natale assistettero alla brutale aggressione della loro mamma. Fu proprio il più grande dei tre a correre in strada e chiamare aiuto, permettendo così che la madre fosse salvata in tempo: operata d’urgenza, restò poi ricoverata in gravissime condizioni per un mese. La ventiseienne, che non si è mai persa un’udienza del processo, ieri per la prima volta non ha chiesto che fosse installato il paravento che le risparmiasse la vista del suo aguzzino, scegliendo quindi di rivedere l’ex per la prima volta, dopo quella tragica mattina.

Affiancata nel suo ruolo di parte civile dall’avvocato Alessandro Ariemme, la giovane è uscita dall’aula evidentemente scossa e provata. "Vorrei che tutto questo non fosse mai successo", le sue uniche parole. La giovane porta ancora addosso i segni dell’aggressione e sta tuttora seguendo terapie e percorsi di cura per riprendersi dai numerosi strascichi con cui è costretta a convivere, dal punto di vista fisico e psicologico. "Almeno oggi Giorgia ha avuto giustizia, finalmente", esulta l’avvocato Ariemme.

La condanna della gup Nart comprende anche l’interdizione per l’imputato dai pubblici uffici, la sua interdizione legale per la durata della pena e, infine, la sanzione della sospensione dell’esercizio della responsabilità genitoriale sui tre figlioletti. La pena di 15 anni, che tiene conto dello sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato prescelto, sposa la richiesta formulata a novembre dal pm Nicola Scalabrini, che propose appunto questa condanna. Le indagini furono portate avanti dai carabinieri.

Mehdi rispondeva inoltre della rapina dell’auto con cui tentò la fuga subito dopo l’aggressione, sottraendola a una donna che fece scendere a forza sotto minaccia di un oggetto appuntito, anche se poi si schiantò poco dopo contro un cantiere in via de’ Carbonesi, a due passi dalla Questura, e finì praticamente tra le braccia dei poliziotti; e di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, dato che aggredì gli agenti che lo bloccarono e un sanitario del pronto soccorso che lo visitò dopo l’arresto. Dalle analisi, risultò positivo a un mix esplosivo di alcol e droghe. Le motivazioni della condanna sono attese in 45 giorni, poi la difesa valuterà l’appello.