Adozioni, servono procedure snelle

La burocrazia rallenta le adozioni in Emilia Romagna, con lunghe liste d'attesa e procedure complesse. Serve maggiore efficienza per garantire a tutti i bambini una famiglia.

La burocrazia non risparmia nessun campo. E purtroppo vale anche per le adozioni. Non è mai colpa del singolo ma di un groviglio di leggi, regole, cavilli che non tengono conto della vita delle persone. Certo, a tutela dei bambini la cautela e i controlli devono essere massimi. La società deve però fare uno sforzo per fare in modo che tanti piccoli possano avere il calore di un papà e di una mamma in tempi accettabili. I numeri dicono che le liste d’attesa sono lunghissime. Manca personale nei tribunali dei minori? Aumentiamolo, è una questione di civiltà. Ci sono grovigli perversi di leggi? Districhiamoli senza diminuire i controlli. L’Emilia Romagna da qualche anno favorisce corsi per preparare i genitori che aspirano all’adozione. Bene, benissimo. Ma poi bisogna snellire le procedure. Sono oltre tremila le famiglie adottive che si sono costituite in Emilia-Romagna negli ultimi 10-12 anni, di cui circa il 23% per adozione nazionale e 77% con adozione internazionale. Però la lentezza del percorso a volte scoraggia le persone. Un dato lo comunica l’Istat: nel 2021 si è conclusa l’adozione per 866 minori italiani, mentre ogni anno le domande in attesa sono fra le 7 e 8 mila. Le coppie residenti in Emilia Romagna, per intraprendere il percorso adottivo, prima di presentare la loro disponibilità al Tribunale dei minori devono rivolgersi al Servizio sociale o Équipe adozioni del territorio.

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