Affitto, scelta obbligata. Salto indietro di 5 anni

Molte persone non hanno accesso al credito e gli acquisti crollano

La compravendita di immobili, durante il primo semestre dello scorso anno, secondo l’analisi di Nomisma, ha registrato una flessione di oltre il 23 per cento che porta il mercato indietro al 2016-2018 ma che, secondo gli analisti, potrebbe essere comunque un punto di ripartenza coerente in seguito agli eccessi degli ultimi due anni trainati ancora da tassi nulli, euforia postpandemia e bonus per ristrutturazioni.

La ragione principale è dovuta all’aumento del costo del debito, che secondo gli operatori andrà a ridurre del 20-30 per cento (era la proiezione dello scorso anno) la domanda potenziale in acquisto, che si sta già riversando nel mercato della locazione. La quota di domanda in locazione, infatti, è tornata a risultare elevata (60 per cento) rispetto a quella interessata all’acquisto (40 per cento).

La riduzione della domanda non ha, però, fermato la crescita dei prezzi delle abitazioni nel complesso anche se si è ridotta allo 0,2 per cento rispetto all’1,7 per cento della prima parte dell’anno. Per quanto riguarda il mercato della locazione, la domanda insoddisfatta dal mercato della compravendita si è riversata su quello dell’affitto e tale aumento ha provocato un ulteriore crescita dei canoni che, nel secondo semestre del 2023, hanno raggiunto una variazione in positivo del cinque per cento. Risulta, invece, in aumento la domanda di acquisto di immobili per investimento sia in locazione libera che a breve termine, concentrata solamente nella zona centrale della città o limitrofa alla stazione dei treni ad Alta Velocità.

Nel corso di quest’anno, il parere degli operatori intervistati nel corso dell’indagine effettuata da Nomisma, risulta negativo per quanto riguarda il mercato della compravendita con numero di scambi in riduzione e prezzi in calo. Relativamente al segmento della locazione, invece, il numero di contratti è previsto in aumento ma, soprattutto, saranno i canoni a continuare a crescere.

Tale divergenza potrebbe divenire anomala in molte zone della città portando, nel lungo termine, a redditività falsate rispetto ai valori reali degli appartamenti. A meno di un aumento dell’offerta in locazione nel breve periodo, la situazione, questa la riflessione degli analisti, potrebbe anche divenire più complessa con lavoratori e studenti impossibilitati ad abitare in città.