BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Al cinema con i Manetti Bros.

Da oggi al Modernissimo ’Carta bianca’ ai due registi: "Presentiamo nove film da vedere o rivedere insieme"

Al cinema con i Manetti Bros.

Al cinema con i Manetti Bros.

Ci sono ’Hollywood Party’ di Blake Edwards, ’Rocky’ del 1976 di John G.Avildsen e ’The Killer’ di John Woo tra alcuni dei nove titoli che da oggi al 5 maggio danno vita al Festival Manetti Bros. al Cinema Modernissimo. ’Carta bianca’, come si dice in gergo, ai registi Marco e Antonio Manetti da parte della nostra Cineteca. Libertà totale di scelta di titoli della storia del cinema per raccontare il loro amore incondizionato verso la settima arte, proprio come spettatori e cinefili intramontabili.

Si comincia oggi alle 11 con ’Hollywo od Party’ di Blake Edwards e si prosegue alle 17.30, con il primo ’Rocky’ del 1976 di John G. Avildsen, seguito da un incontro con il pubblico, anche se i Bros introdurranno in presenza tutti i film in agenda. Si chiude alle 22,15 con ’Nikita’ di Luc Besson e si ricomincia domattina alle 11 con ’Ritorno al Futuro’ di Robert Zemeckis.

Marco Manetti, con quale criterio avete scelto questi nove titoli?

"Ci tengo a dire che abbiamo selezionato nove film che non sono però i nostri nove titoli preferiti di tutti i tempi, ma sono titoli che secondo noi vale la pena mostrare, anche per parlarne dopo, non salendo in cattedra ma per farci una chiacchierata, cosa che succederà in particolare con tre di questi. Magari sono dimenticati da tempo oppure, come ’Rocky’, possono essere film molto diversi da quello che si può pensare se non si sono visti. Il nostro festival è una espressione di grande amore per il cinema".

Non li presentate nemmeno come i film della vostra formazione, giusto?

"Esatto, è importante capire la differenza. Sono film che consigliamo caldamente e che certamente consideriamo importanti, perché se parliamo di Hitchkock ad esempio, per noi è il più grande regista mai esistito e ’Nodo alla gola’ che mostriamo, non è certo un film sconosciuto, anche se visto meno di altri. Ma è un film meraviglioso con tutti gli elementi hitchcockiani fondamentali. La posizione di cinefili innamorati è principalmente quella che vogliamo trasmettere, e nella città del Dams, della Cineteca, ci aspettiamo vengano a vedere questo festival i giovani cinefili".

Ecco, Rocky. Uscì nel 1976, lei e suo fratello eravate ancora bambini, quando l’avete visto la prima volta cosa vi ha lasciato?

"Lo vedemmo proprio quando uscì, io avevo 8 anni. Andavamo molto al cinema coi nostri genitori, grandi appassionati, e quello che fu per noi sarà anche tema della chiacchierata col pubblico dopo la visione, perché davvero, parlare dei film insieme è molto bello. ’Rocky’ è uno straordinario film che ha di bello di essere completamente diverso da quello ci si immagina se non lo si è visto. È un grande film intimista e un racconto poetico della periferia dell’umanità, di due sfigati, Rocky e Adriana, un bonaccione stupido che poi diventa un eroe e una ragazzina bruttina, anche se apparentemente credi sia un film su un campione. È una dedica agli sfigati del mondo, forse più di ogni altro film americano".