di Gilberto
Dondi
Sarà una grande vetrina nazionale e internazionale e Bologna dovrà cogliere questa l’opportunità. Le ricadute, economiche e di immagine, saranno notevoli: le Due Torri devono essere pronte a sfruttarle. Regione e Comune già si preparano e mirano ancora più in alto, all’obiettivo grosso: portare qui le finali della Coppa Davis. La speranza è di averle già nel 2024, sfilandole a Malaga. Oppure,
se l’anno prossimo non sarà possibile, nel 2025. Vedremo nei prossimi mesi cosa succederà, ad ogni modo l’Unipol Arena ospiterà comunque Filippo Volandri
e la sua squadra.
E mentre tutti adesso si scoprono esperti di tennis e si professano supertifosi di Sinner, anche quelli che fino a ieri non sapevano nemmeno chi fosse oppure ne avevano parlato solo una volta per dargli del traditore dopo il forfait di Bologna, va dato merito a chi, fin dall’inizio,
ha visto nella racchetta un grande volano per promuovere l’Emilia Romagna, come
il governatore Stefano Bonaccini. Ora però serve un ulteriore scatto. Bologna, che con il suo calore, quando tutto ormai sembrava perduto dopo la sconfitta con il Canada, ha dato la spinta decisiva alla svolta che ha poi portato
al trionfo di Malaga, deve diventare la capitale del tennis al pari di Roma e Torino.
Sia come movimento
dal basso che per la strategia dall’alto. Non deve farsi soffiare da Milano il grande evento e deve confermarsi il centro di gravità permanente della sport valley. Nel 2024, è bene ricordarlo, il Tour de France
di ciclismo planerà in Emilia Romagna con tutta la sua magia. Un’altra grande conquista. Poi ci sono i motori, con Ducati e Ferrari e l’immensa passione rossa.
Insomma, gli ingredienti ci sono tutti. Bisogna solo trasformare il match point. Sinner insegna.