Alluvione, il nodo rimborsi. Richieste da mille famiglie

In media i privati segnalano danni per 15mila euro, 50mila nelle aziende

Alluvione, il nodo rimborsi. Richieste da mille famiglie

Alluvione, il nodo rimborsi. Richieste da mille famiglie

di Cristina Degliesposti

ROMA

Prima il piano contro il dissesto idrogeologico del territorio, poi la ricostruzione delle opere pubbliche spazzate via dall’alluvione di maggio. Nessun problema di copertura finanziaria per i danni, al momento, quanto piuttosto una scarsità di domande di risarcimento arrivate sulla piattaforma Sfinge. E un’unica certezza, quella di un incarico che finirà a giugno e che, per adesso, non è stato ancora rinnovato: "Il commissario si occupa, non si preoccupa: nel senso che non è mia la scelta su cosa succede dopo giugno". Eccoli i punti salienti dell’audizione alla commissione Ambiente della Camera di ieri del commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo chiamato a illustrare lo stato delll’arte della ricostruzione in Emilia-Romagna, Marche e Toscana. La relazione del commissario ha riportato tutti i finanziamenti finora stanziati per i territori, "una copertura finanziaria già garantita di 1,6 miliardi di euro", ha ricordato il generale. Così ripartiti: 496,6 milioni per interventi di somma urgenza; 270,2 milioni per la difesa idraulica; 761,7 milioni per il ripristino della rete viaria; 34,2 milioni per l’edilizia residenziale pubblica e strutture sanitarie e socio sanitarie, e infine, 38,6 milioni per la gestione dei materiali. "Abbiamo poche domande in questo momento sulla piattaforma, ma è un dato che statisticamente si riscontra anche in altri tipi di tragedie, il mio obiettivo è fare impennare questa curva subito – ha aggiunto –. Perché al momento abbiamo in cassa circa 630 milioni di euro, a cui si sono aggiunti con l’ultima finanziaria 700 milioni di euro del credito d’imposta, presto usciranno i decreti attuativi e quindi l’ordinanza commissariale". Sono, infatti, circa mille le domande di privati pervenute su Sfinge e 250 quelle di imprese (per il Cis invece furono 24mila), per una media di 15mila euro di danni a famiglia e 50mila ad azienda. "Spesso il problema è trovare i periti – ha fatto sapere il generale –. Questo vuol essere anche un appello agli ordini di categoria, di dare anche loro una mano perché questa tragedia ha colpito tutti". Poi non è mancato un richiamo alla legalità. "Non c’è un atteggiamento di burocrazia cieca e becera, ma il commissario non può accettare abusi edilizi – ha chiarito riferendosi alle perizie e ai luoghi risultati danneggiati –. Altrimenti si faccia una norma e si dica che per questa alluvione si accettano gli abusi edilizi".