BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Alluvione, il ricordo. Emozioni e lacrime per il docu-film della tragedia

Modernissimo gremito per la proiezione di ‘Ho visto il finimondo’. Gli autori della pellicola: "Abbiamo dato voce a chi non ne ha".

Alluvione, il ricordo. Emozioni e lacrime per il docu-film della tragedia

Alluvione, il ricordo. Emozioni e lacrime per il docu-film della tragedia

È spesso la fila delle celebrities, quella con la lettera "I" al cinema Modernissimo. La fila centrale, insomma, col corridoio ampio, dove alle proiezioni con ospiti si siedono attori, registi, special guests. In questo caso sono esponenti della protezione civile, vigili del fuoco, carabinieri, polizia. Protagonisti della vita quando le certezze vacillano, ma in questa occasione interpreti in quanto salvatori, di una vicenda che a un anno dal suo accadimento viene ricordata, narrata, fermata nel tempo e per sempre da un film documentario, "Ho visto il finimondo – Il racconto dell’alluvione" di Valerio Baroncini e Marco Santangelo (prodotto da Quotidiano Nazionale-il Resto del Carlino), attraverso le voci che solitamente cadono nell’oblio, a meno che il web o una fotografia non le restituisca al mondo in diretta. Quelle voci che ieri sera erano sedute invece in prima fila a veder scorrere sullo schermo l’inferno di un anno fa, quel 16 maggio del 2023 in cui la vita si fermò e poi, salvata da una mano tesa, riprese.

Il Modernissimo ieri sera era pieno, con le poltrone abitate da un pubblico che si è emozionato e non ha lasciato la sala fino al termine dei saluti e dei discorsi, di chi quell’evento l’ha vissuto in prima persona, il comandante Francesco Figliuolo commissario straordinario per l’alluvione , il responsabile generale del Corpo nazionale dei vigili del Fuoco Carlo Dall’Oppio, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, il vice presidente della Bcc ravennate, forlivese e imolese Gianni Lombardi e gli autori Baroncini e Santangelo, coordinati dalla direttrice di Qn, Resto del Carlino, Nazione e Giorno, Agnese Pini, che non ha nascosto la sua emozione affermando come "storia dopo storia essere umano dopo essere umano mi sono commossa ogni volta che ho guardato queste immagini".

E quando le voci narranti del film sono salite sul palco, il pubblico non ha avuto esitazioni: standing ovation per chi c’era in sala e per chi non ce l’ha fatta, quelle sedici persone i cui nomi scorrono alla fine del documentario. "Vogliamo dare voce a chi, in questa vicenda, voce non l’ha avuta – ha detto dal palco Valerio Baroncini, vicedirettore del Carlino e autore del docu-film insieme con Marco Santangelo –. Spesso, quando si racconta questa alluvione, si racconta il grande cataclisma e le persone finiscono per essere solo numeri, tante volte si dimenticano le storie".

Oltre a diventare il lavoro stesso un documento per il presente e il futuro – "per questo ci è sembrato importante sostenere il film", ha commentato Lombardi della Bcc –, la sua costruzione visuale è frutto di immagini di volontari, delle forze dell’ordine, degli archivi fotografici personali della gente: la foto dei bei tempi felici della signora Giuliana Bordini che è stata salvata, con il marito Giovanni, infermo, travolto nel suo letto dall’acqua, è un pugno al cuore.

È lei che pronuncia quella frase da film distopico, "ho visto il finimondo", poi scelta per il titolo. Poi ci sono le immagini della signora Fabiana e di suo figlio Valentino di tre anni, un video che ha fatto il giro del web, qui nel film con il sorriso e la spensieratezza ritrovata grazie all’aiuto di tutti. E fanno riflettere le parole del sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, quando, ricordando un anno fa, afferma: "Il momento più basso della tragedia è stato quel secondo prima che arrivasse qualcuno a salvarti". Si rivedono quelle scene, i canotti, il fango, case scomparse, strade sommerse, volontari che gettano secchiate d’acqua dalle cantine, ‘i burdel de paciug’, immagini di argini che si aprono, acque melmose e natura verde smeraldo, blocchi di strade di asfalto e righe bianche affogate nel fiume come opere d’arte povera, impressionanti. "Da queste immagini colgo motivazioni – sono le parole del commissario Figliuolo verso il pubblico alluvionato – Se ci sono cose che possiamo fare, chiedete".