Antonio Mumolo: "La Liberazione è una festa. Ma non per tutti"

Il consigliere regionale del Pd Antonio Mumolo riflette sul significato del 25 aprile, sottolineando la necessità di una celebrazione inclusiva e unitaria, nonostante le tensioni presenti. La sinistra è chiamata a difendere i valori della Liberazione e la giustizia sociale.

Antonio Mumolo, consigliere regionale del Pd, candidato con i dem alle prossime Europee, come ha vissuto questo 25 aprile?

"La manifestazione in piazza è stata bellissima, seria, ho visto tanta commozione da chi c’era".

Lei è stato anche sul palco di Monte Sole, dove durante la ’staffetta senza censura’ ha letto un pezzo del monologo di Antonio Scurati.

"Sì, e anche lì ho visto una condivisione dei valori del 25 aprile. Ecco, io credo che la Liberazione dovrebbe essere una festa per tutti".

Oggi non è così, secondo lei?

"Ho sentito anche da tanti esponenti di destra che, se siamo qui oggi e abbiamo libertà di parola, è grazie a chi si è battuto per questo. Ma ho l’impressione che, purtroppo, non sia ancora una festa di tutti, una vittoria di tutti".

A chi si riferisce?

"Penso al generale Vannacci, che la Lega ha deciso di candidare in tutte le circoscrizioni: leggendo alcune dichiarazioni mi sembra evidente che non sia così. C’è bisogno che la destra oggi tagli un certo cordone ombelicale...".

In città, intanto, non sono mancati disordini.

"Certe scene non penso siano legate alla celebrazione del 25 aprile in sé. C’è un clima di tensione, abbiamo due guerre alle porte e, spesso, in questi eventi confluisce tanto altro".

La sinistra può contribuire a unire quei valori, affinché il 25 aprile sia di tutti?

"È interesse della sinistra, ma più in generale di tutti. Io ricordo le parole di Sandro Pertini...".

Quali, nello specifico?

"’La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile’. Oggi continua una grave persecuzione ai giornalisti, ad esempio: un segnale chiaro è stato impedire a Scurati di leggere il proprio discorso".

Francesco Moroni