Archiginnasio d’oro a Prodi. L’ex premier: "Felice e grato". Alla fine vota no solo FdI

Lepore: "La sua cifra in Europa non ha colore politico". Festeggia il senatore Casini. I meloniani tirano dritto: "Divisivo". Carroccio, Bologna ci piace e FI escono dall’Aula .

Archiginnasio d’oro a Prodi. L’ex premier: "Felice e grato". Alla fine vota no solo FdI

Archiginnasio d’oro a Prodi. L’ex premier: "Felice e grato". Alla fine vota no solo FdI

L’Archiginnasio d’oro a Romano Prodi verrà consegnato ad aprile. A dare il via libera in Aula alla delibera che assegna la più importante onorificenza della nostra città all’ex premier sono stati 28 voti favorevoli (tre in più rispetto ai due terzi necessari), salutati da un applauso liberatorio dai banchi del centrosinistra. Ma l’unanimità sperata è mancata. Fratelli d’Italia ha votato ’no’ e il resto delle opposizioni è andato in ordine sparso, con un’evidente spaccatura del centrodestra. Se, infatti, hanno marciato come un sol uomo i meloniani (Stefano Cavedagna, Felice Caracciolo, Francesco Sassone, Manuela Zuntini e Francesca Scarano, mentre era assente il collega Fabio Brinati), i capigruppo di Lega, Forza Italia e Bologna ci piace hanno preferito mostrare la propria contrarietà in maniera più soft uscendo dall’Aula, mentre il leghista Giulio Venturi e il civico Gian Marco De Biase hanno votato a favore. Così come Davide Celli, consigliere dei Verdi da poco uscito dalla maggioranza.

Dopo gli applausi e la soddisfazione di Matteo Lepore ieri in Aula, è arrivato il commento dell’ex premier Prodi per il massimo riconoscimento che viene assegnato a personalità della cultura e della scienza: "Sono commosso per la manifestazione di stima che il Consiglio comunale di Bologna mi ha mostrato. In particolare sono grato al sindaco per la proposta dell’Archiginnasio d’oro, per il quale sono felice ed onorato".

Festeggia il senatore Pier Ferdinando Casini che, in una lettera al ’Carlino’, aveva fatto appello al centrodestra di votare a favore: "Una bella pagina per Bologna. Ringrazio quegli esponenti dell’opposizione che, in forme diverse, hanno dimostrato la loro sensibilità istituzionale".

A rimanere granitico nella sua posizione è, invece, il partito di Giorgia Meloni che, come da previsioni, ha espresso tutta la sua contrarietà all’Archiginnasio d’oro all’ex premier ed ex numero uno della Commissione europea, oggi presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli.

"La maggioranza forse non aveva davvero la volontà di arrivare a un voto condiviso – dice Cavedagna – visto che il centrosinistra ha usato l’Archiginnasio come una clava politica e che Prodi è una persona ancora politicamente esposta". Nonostante Lepore abbia puntato – nella presentazione della delibera – più sul profilo Ue di Prodi, ricordando come proprio la sua cifra europea "non ha necessariamente un colore politico, di parte, ma ha reso migliore la nostra città", il capogruppo meloniano prende comunque le distanze.

"La continua cessione di sovranità del nostro paese, il tasso di cambio sfavorevole e non ultimo il recente proclama del Professore a fermare la destra in Europa, sono posizioni di Prodi ben distanti dal nostro pensiero politico. Proprio per questo abbiamo votato no. Queste onorificenze dovrebbero servire per unire e non per dividere", incalza Cavedagna.

Criticano il ’metodo’ di Lepore gli altri esponenti di centrodestra come l’azzurro Stanzani: "La maggioranza ha cercato di tirare la giacchetta alle opposizioni. Qualcuno ha voluto far credere che siamo noi ad opporci prescindere, ma è questa giunta che non cerca il dialogo". Il leghista Di Benedetto, nel prendere le distanze dal collega Venturi che ha votato sì, prima di uscire dall’Aula, chiarisce: "La maggioranza ha dato vita a un teatrino, portato avanti per settimane con l’obiettivo di creare conflitti su quella che non è certo una priorità per la città. I bolognesi credo che pensino a ben altro che all’Archiginnasio d’oro...".

Si rammarica per la mancata unanimità, il capogruppo dem Michele Campaniello: "La destra bolognese, salvo alcune eccezioni, ha perso una grande occasione di dimostrare alla città di sapere guardare al merito delle questioni. La destra ha usato “cavilli formali”, dimostrando poi di non essere in grado di esprimere in maniera univoca una propria posizione. La prova più evidente – punge – attiene alle divergenze sul voto".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro