Arcobaleno Cacciapaglia "Il pubblico protagonista"

Stasera il pianista-compositore milanese farà tappa al teatro Duse "Contento di esibirmi qui come vicinanza alle vittime dell’alluvione".

Arcobaleno Cacciapaglia  "Il pubblico protagonista"

Arcobaleno Cacciapaglia "Il pubblico protagonista"

Per lui tutto è cominciato al Lago d’Orta, sull’Isola di San Giulio, e da quella epigrafe I muri sono della mente letta su una parete dell’Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae. "Perché la musica, con la sua emozione, abbatte quei muri lasciando risplendere arcobaleni interiori" spiega Roberto Cacciapaglia a proposito di Invisible Rainbows, l’album che presenta stasera al Duse. "La melodia è come un raggio di sole che entra in una stanza sprofondata nelle tenebre squarciando l’oscurità per illuminare tutto istantaneamente" racconta il pianista-compositore milanese, 63 anni, parlando di questo suo nuovo progetto. "Una musica emozionale, differente da quella mentale che, partendo da un’architettura, ha bisogno di più tempo. Un modo per condividere qualcosa di essenziale, di magico, può risvegliare, farci scoprire dimensioni insondabili, creando mondi nell’invisibile".

Un pugno di esibizioni qui Italia e poi Cina, Regno Unito, dove tornerà pure alla Cadogan Hall di Londra dove s’era già esibito due anni fa.

"Questo giro di concerti è iniziato al Teatro Ristori di Verona dove tutto è nato, perché gli archi dei Virtuosi Italiani di Invisible Rainbows li ho registrati là, mentre il piano in quel luogo straordinario che è il palco del teatrino della Villa Reale di Monza".

A Bologna ha scelto il Duse.

"Mi capita spesso, perché è un teatro con un’acustica straordinaria dove si percepisce bene il suono nello spazio. Ecco perché col pubblico farò degli esperimenti, rendendolo protagonista dell’esibizione intonandolo assieme al diapason, la sorgente del suono".

Parliamo di arcobaleni invisibili.

"La musica mia non è intrattenimento, ma sono contento di esibirmi a Bologna come gesto di vicinanza con le vittime dell’alluvione. Gli arcobaleni sono infatti simboli di purezza, di luce, di quiete dopo la tempesta. Ed è questo il senso che voglio portare sul palco del Duse nella consapevolezza che, dopo la dura pioggia, gli arcobaleni irradiati dentro di noi sono più belli di quelli in cielo".

Nel lavoro ci sono cinque interludi cromatici.

"Cinque come i colori dell’arcobaleno. Anni fa li avrei nascosti di più, ma oggi no perché penso che la variazione sia un aspetto della mia musica più importante di quanto non la reputassi un tempo".

Ultimamente ha organizzato pure contest, intitolato The future come un suo pezzo.

"Grazie alla mia Educational Music Academy ho un buon polso della situazione. Nella musica ci sono tanti giovani talenti a cui penso sia importante dare una occasione. ‘Giovani’ di tutte le età, perché la freschezza delle idee non è necessariamente un fatto anagrafico. Alla fine, ha vinto un americano, che aprirà il mio concerto di Fiesole. Ma penso che le proposte migliori troveranno spazio in un album, perché lo meritano".

Cosa l’aspetta dopo la Cadogan Hall?

"Torno negli stati Uniti, dove manco da molto, ma m’aspetta pure un lavoro in Kenya con i bambini: Avrei pure 12 concerti già sold-out in Russia, ma come fai ad andarci in questo momento? Spero solo che, dopo questa guerra orrenda, nell’animo gonfio di pioggia delle persone torni la luce e appaia in cielo l’arcobaleno".

Andrea Spinelli