Bentornato, Modernissimo: "Un restauro mantenendo il sogno"

Lo scenografo Basili ha ricreato le piume di pavone di Puntoni. A febbraio il nuovo ingresso in piazza Re Enzo

Bentornato, Modernissimo: "Un restauro mantenendo il sogno"

Bentornato, Modernissimo: "Un restauro mantenendo il sogno"

Si assapora completamente quando si risalgono le scale verso il marciapiede dove attendono i taxi in piazza Re Enzo, tutta la magia del cinema Modernissimo. Il paradiso dei cinefili che sta in basso e non in alto. Sarà che è sotterraneo e che l’ambiente è un trionfo di décor Liberty – delle origini e immaginato, pieno di dettagli e suggestioni, quasi fosse un set –, fatto sta che questo rinato cinema sembra un tunnel temporale di quelli molto amati dai film di fantascienza. Sotto il suolo calpestato tutti i giorni da bolognesi e turisti è stata ricostruita una visione d’inizio Novecento ma anche la sua atmosfera, la sua bellezza conviviale che immaginiamo esserci stata nel 1915 quando nacque Palazzo Ronzani e con lui il teatro e il cinematografo Modernissimo, 1300 posti a sedere, fiore all’occhiello di una città che vibrava in stile floreale e sognava il futuro. Con lo scenografo Gualtiero Pontoni a guidarne le scelte stilistiche.

Guarda caso, oltre cento anni dopo, è sempre uno scenografo, Giancarlo Basili, a prendere in mano le redini della sala che oggi, tra platea e galleria, dove sono state lasciate le scritte pubblicitarie della birra Ronzani minimamente restaurate, mette a sedere 360 spettatori su poltroncine di velluto rosso, ognuna dedicata a una star della regia o della recitazione. Basili, che ha iniziato nel cinema con i fratelli Avati e poi con Marco Bellocchio, è partito da uno studio filologico dei reperti stilistici presenti all’interno dei locali e ha coinvolto il capopittore Mario Marsico nella realizzazione dei decori e degli "oggetti di scena".

Fotografie d’archivio e i progetti d’epoca del Pontoni, conservati dalle famiglie Vasio e Andreazza, hanno aiutato per il dettaglio delle linee e dei materiali degli originari decori. "Ho cercato di trasmettere l’essenzialità dello spazio – racconta Basili– e di portarlo un po’, a livello architettonico, a com’era in quell’epoca facendo una grande ricerca sul Pontoni e su tutto quello che lui disegnò, non solo per questo cinema, ma in generale anche in altre strutture". E prosegue: "Ho studiato le decorazioni e le ho mescolate e questa piuma che lui rappresentava in altri palazzi e negozi, l’ho portata in questo luogo ingigantendola, perché piccola non aveva tanta forza visiva, ed è stata il punto di partenza anche per tutti i colori presenti, ne abbiamo usati almeno cinquanta". La piuma di cui parla è di pavone ed è quella che, nei colori giallo, verde, arancio, viola, nero e marrone, si può vedere in giro per la città. Conclude: "È un restauro, una rielaborazione, ma è molto importante portare quel lato artistico che fa sognare".

Ecco poi l’intervento di un altro visionario, Mario Nanni, direttore artistico, che ha realizzato il progetto artistico di alcuni ambienti del complesso, come il Caffè Pathé, prima del foyer, e la pensilina d’ingresso la cui apertura in piazza Re Enzo – con collegamento al sottopasso – è prevista a febbraio. "Il bancone del bar – racconta Nanni – è diventato un’opera d’arte, perché ho voluto coprire e riscoprire quella metodologia che negli anni Cinquanta portava tanti artisti a dipingere queste superfici". A proposito della pensilina, ecco le parole del sottosegretario Lucia Borgonzoni: "Mi auguro che venga realizzato qualcosa di gradevole e non impattante. Ricordo quanto fu critico il Pd verso le Gocce, spero seguano la regola del rigore storico e del rispetto dell’area, che quella volta avevano tanto esaltato per criticare l’opera".

Benedetta Cucci