Bologna com’era: la gente di via Castellaccio

L'articolo descrive la storia di Via Castellaccio a Bologna, originariamente abitata da famiglie povere e sede di un oratorio dedicato a S. Emidio nel Settecento, poi chiuso e venduto durante le soppressioni napoleoniche.

Bologna com’era: la gente di via Castellaccio

Bologna com’era: la gente di via Castellaccio

Via Castellaccio, nei pressi di via Azzogardino, è una via bolognese che prende il nome da un edificio ai civici 5-11 (foto) di notevole estensione che aveva funzioni abitative, ma anche lavorative e produttive: infatti, con tutta probabilità, si trattava di due edifici attigui poi uniti. L’immobile, di proprietà Sforza, fu affittato a povera gente e perciò prese il nome spregiativo di ’Castellazzo’. La precedente denominazione della via era via Rebecca e ancor prima via Durbecco. Anche le limitrofe vie del Rondone e Azzogardino erano abitate da famiglie povere: questo insediamento nel corso del Settecento suscitò l’attenzione del parroco di S. Giorgio in Poggiale che pensò di erigere un oratorio intitolato a S. Emidio proprio in via Castellaccio. Costruito nel 1782, ebbe vita brevissima: rientrato nelle soppressioni napoleoniche, nel 1808 fu chiuso al culto e venduto.

Marco Poli

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