Al teatro Nosadella gli spettatori entravano con borse rigonfie di cibo: non dei panini, ma tegami di tagliatelle e tortellini, nonché arrosti vari, salsiccia, formaggi e non mancavano le bottiglie di vino. Lo spettacolo durava tutta la sera: se era una commedia in più atti, fra l’uno e l’altro recitava un comico. Stessa scena si poteva osservare al teatro Brunetti (poi Duse) che anzi era preferito da alcuni perché aveva dei palchi indipendenti che potevano ospitare una famiglia intera in tutta tranquillità. E per il pubblico in platea o galleria entrato senza "provviste alimentari"? Al termine di ogni atto si aggiravano venditori di salsicce, arrosti, cotechino e bicchieri di vino. Ma certamente i palchi preferiti erano quelli del teatro Comunale, ambitissimi perché consentivano la di organizzare cene sontuose come quelle raccontate in alcune canzoni di Carlo Musi (foto).
Marco Poli