Braccio rotto a un cronista. Prosciolte due anarchiche: graziate dalla prescrizione

L’aggressione nove anni e mezzo fa, durante la visita del leader leghista Matteo Salvini. La violenza costò 60 giorni di prognosi al giornalista del Carlino. Quattro gli imputati per lesioni.

Braccio rotto a un cronista. Prosciolte due anarchiche: graziate dalla prescrizione

Braccio rotto a un cronista. Prosciolte due anarchiche: graziate dalla prescrizione

di Federica Orlandi

BOLOGNA

Sono passati nove anni e mezzo esatti. Nove anni e mezzo da quando un branco di antagonisti e anarchici accerchiarono, insultarono e aggredirono il nostro cronista Enrico Barbetti, spezzandogli un gomito. Poco prima, altri dimostranti erano saltati sopra l’auto in cui viaggiava il leader della Lega Matteo Salvini con Lucia Borgonzoni (oggi Sottosegretario al ministero della Cultura) e Alan Fabbri (sindaco di Ferrara). Era l’8 novembre 2014, in via Erbosa a Bologna.

Per l’aggressione al giornalista del Carlino, a maggio 2023 sono diventate definitive le condanne di Andrea Nasso e Michela Gatti, accusati di lesioni: due mesi. Più o meno lo stesso tempo della prognosi del cronista ferito. Sempre a maggio, poi, la Corte di Cassazione aveva annullato le sentenze di condanna di Dora Sprega (a otto mesi) e Rosanna Erler (due), con rinvio ad altra Sezione della Corte d’appello. La cui decisione, puntualmente, è arrivata la settimana scorsa. Le due anarchiche sono state prosciolte perché il reato contestato di lesioni si è estinto per intervenuta prescrizione. Le due dovranno comunque pagare in solido tra loro le spese sostenute da Barbetti, parte civile, e da Editoriale Nazionale Srl, pure costituitasi parte civile, per un totale di 2.400 euro. Si conclude così la vicenda di via Erbosa.

Il ricorso delle due imputate si basava sull’omessa notifica al loro difensore, l’avvocato Ettore Grenci, dell’avviso di trattazione orale dell’udienza in grado d’appello, poiché durante l’emergenza Covid i processi venivano celebrati senza le parti, benché queste avessero comunque la possibilità di chiedere la trattazione orale; l’avvocato Grenci, che non l’aveva richiesta, non era stato avvisato del fatto che altri invece lo avessero fatto e perciò non si era presentato all’udienza e non aveva discusso. La sua doglianza era stata accolta dalla Suprema Corte ed era certo che le posizioni in questione sarebbero andate incontro a prescrizione.

Lo scorso maggio, la Cassazione aveva anche annullato senza rinvio agli effetti penali le condanne per l’aggressione a Salvini a Tommaso Palmi (tre mesi in appello) e Divine Umoru (un anno e mezzo), per prescrizione. Era stata annullata pure la sentenza agli effetti civili, rinviando tutto al giudice civile competente, secondo la riforma Cartabia. Erano invece stati dichiarati inammissibili i loro ricorsi, per cui erano passate in giudicato le condanne di Francesco Rosa (un anno e mezzo), Loris Narda, Gabriele Viscido, Alessandro Dané, Francesco Olivo (tre mesi), per l’assalto all’auto della Lega. Oltre appunto a Nasso e Gatti, che furono condannati anche, in solido fra loro, a rimborsare le spese sostenute per il processo dalle parti civili Enrico Barbetti ed Editoriale Nazionale Srl per un totale di 4.500 euro.

Entrambe le parti civili erano assistite dal professor Tommaso Guerini, il quale ora commenta: "Queste prescrizioni per alcuni reati contestati, giunte molto tempo dopo i fatti, lasciano un’area d’impunità. Eppure la gravità dei fatti è evidente, anche perché era stata riconosciuta la matrice politica dell’attacco a Barbetti, aggredito anche in quanto rappresentante della testata per cui lavorava. Il merito di questa vicenda – prosegue però l’avvocato – è che da allora le cose sembrano essere cambiate e che, anche grazie all’intervento del legislatore e a una maggiore sensibilità della magistratura per il ruolo della vittima, è legittimo ritenere che in futuro vicende come questa non si verifichino più".