Brecht in quattro lingue sul lavoro spietato

All’Arena del Sole da oggi a domenica ’Santa Giovanna dei Macelli’ con la compagnia ErosAntEros e la band cult Laibach

Brecht in quattro lingue sul lavoro spietato

Brecht in quattro lingue sul lavoro spietato

Quando, all’indomani della tragedia alla centrale di Suviana, il corteo sindacale è sfilato davanti all’Arena del Sole, Davide Sacco e Agata Tomsic hanno subito pensato di farlo riprendere per riproporlo poi nello spettacolo. Perché affrontare un testo di Bertolt Brecht come ‘Santa Giovanna dei Macelli’ significa oggi riavviare un ragionamento attorno al mondo del lavoro, alle logiche dell’economia e alle crisi annunciate.

La compagnia ravennate ErosAntEros (ovvero Sacco e Tomsic) lavora dal 2017 attorno a questo ambizioso progetto internazionale (Ert è un coproduttore) che debutta all’Arena stasera per rimanervi fino a domenica. È uno spettacolo in quattro lingue (italiano, sloveno, tedesco e inglese) con relativi sottotitoli che unisce attori di varie nazionalità e una band cult slovena come Laibach chiamata a rielaborare musicalmente i song di Kurt Weill. "È un Brecht a modo nostro – dice Tomsic – assolutamente fedele e rispettoso".

La vicenda di questa commedia, di cui si ricordano le storiche edizioni del Piccolo firmate nel 1970 da Giorgio Strehler e nel 2011 da Luca Ronconi, è ambientata a Chicago, capitale della carne in scatola, durante la Grande depressione del ‘29. C’è un magnate spietato (qui interpretato da Danilo Negrelli) pronto a fingersi filantropo e una missionaria (Agata Tomsic) che cerca di convertirlo alla carità cristiana. In mezzo una moltitudine di piccoli risparmiatori, operai malpagati, azionisti in disarmo, imprenditori in declino. Dal 1931, anno della prima pubblicazione del testo che Brecht non mise mai in scena, ad oggi molto è cambiato. Ma cosa? Pochi elementi scenici, alcuni video proiettati su uno schermo, la musica dell’Esercito della salvezza dei Cappelli neri resa qui da Laibach e la taglienti parole brechtiane danno forma contemporanea a un testo politico ormai divenuto classico.

Agata, come avete affrontato questa materia?

"Siamo partiti dal lavoro a tavolino di quattro drammaturghi di varie nazionalità che hanno discusso e ridotto il testo. Io ero una dei quattro. Ci è sembrato interessante sperimentare in scena lingue diverse, pur mantenendo un’assoluta coerenza stilistica. Si è pensato che l’attualizzazione del testo potesse venire da alcuni video, capaci di farci riflettere sul nostro presente".

Cosa si vedrà in questi filmati?

"Abbiamo voluto spostare il mondo della Borsa nell’universo virtuale e quindi gli interventi in tedesco dei magnati della carne avverranno tutti in video, così come le manifestazioni dei lavoratori che parleranno soprattutto sloveno. Su palco reciterà in italiano, sprofondato in una vasca da bagno, il ras Mauler interpretato da Negrelli mentre in inglese si esprimerà Marco Lorenzini chiamato a restituire la figura intermediaria di un giornalista che raccoglie le voci dei tanti strilloni".

È la prima volta che la vostra compagnia lavora su un classico?

"Sì, e ci è sembrato importante affrontare questo testo in un momento in cui le logiche del lavoro non sono sempre evidenti: penso alle produzioni spostate in Paesi lontani, ai subappalti, ai settori logistici... Brecht resta ancora una metafora del sistema economico".

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