Camilla Ronzullo, perché dire ’no’

Camilla Ronzullo,  perché dire ’no’

Camilla Ronzullo, perché dire ’no’

Camilla Ronzullo ha iniziati la sua storia di scrittura su un blog, poi con instagram dove ha fatto palestra con lo pseudonimo Zelda Was a Writer. Ad un certo punto è arrivata la carta. ’I no che non dici agli altri sono quelli che imponi a te stessa’ è il titolo del nuovo libro (Mondadori) che l’autrice presenterà oggi alle 18 alla Feltrinelli, in dialogo con Letizia Gamberini. Protagonista, si può dire, la brava bambina che si è stancata.

Llei ha iniziato a sperimentarsi con Zelda sui social, quando, invece, Camilla è uscita allo scoperto?

"Non sento di avere un inquilino in casa e Zelda continua a essere un alter ego utile quando si tratta di sperimentare. Siccome il web mi ha dato la possibilità di avere un pubblico e di sperimentare la mia creatività, Zelda è stata preziosa e la voglio sempre con me. Certamente è nata una dinamica: Zelda è diventata la creativa che gioca e disegna, Camilla si occupa più delle parole. Ho sempre amato avere tanti ambiti in cui sperimentarmi".

Il cuore del libro è l’incapacità di dire ’no’. Però lei scrive che aver ricevuto tanti no, le ha tirato fuori la creatività...

"Ne ho ricevuti in maniera democratica. Sono cresciuta in un contesto famigliare che mi ha detto che potevo essere quello che volevo e davanti a una porta sbattuta in faccia, ho fatto di necessità virtù, ho cambiato strada rielaborando in modo creativo. Più difficile, per me, dire dei no".

Tutti i sì che dicono coloro che hanno imbarazzo a dire no, tarpano le ali a se stessi.

"Non c’è una regola in questo gioco di sì e di no. Forse la soluzione sta nell’ascoltarsi profondamente e nel capire che bisogna dire di no anche per dire tanti sì in cui davvero crediamo".

Benedetta Cucci

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