Carburanti, ecco perché il prezzo cresce

Gestori di stazioni di rifornimento devono esporre tre prezzi diversi del carburante, creando confusione. Un mini-sondaggio rivela che solo 6 su 10 espongono il cartello a Bologna. Perché il prezzo non scende? Politiche commerciali delle compagnie petrolifere e 19 accise storiche sono le cause.

Da alcuni giorni i gestori delle stazioni di rifornimento devono esporre il prezzo medio regionale del carburante oltre che quello del self service e del servito. Tre indicazioni diverse che rischiano di creare un po’ di confusione nell’automobilista frettoloso. I gestori hanno espresso molti dubbi sull’utilità di questa scelta. Male non fa , ma non risolve il problema del prezzo che continua a salire. Secondo un mini sondaggio fatto dal Resto del Carlino solo 6 gestori su 10 espongono il cartello a Bologna. Tutti ci chiediamo perché il prezzo del carburante aumenta e non scende quasi mai. Mistero. Non è una certezza, ma è opinione diffusa che la mancata riduzione del prezzo sia attribuibile alle politiche commerciali delle grandi compagnie petrolifere, per ripartire il peso delle perdite con i consumatori finali. Tra guerra e crisi i mercati internazionali che determinano il prezzo comunque sono impazziti, mentre le accise storiche gravano sul costo di benzina e diesel non vengono mai tolte o limate. Attualmente sono 19 quelle applicate al prezzo dei carburanti, la cui somma ammonta a circa 0,40 euro al litro a cui va aggiunta l’imposta sulla fabbricazione dei carburanti, che fa impennare l’importo finale dell’accisa a 0,73 euro per la benzina e 0,62 euro per il diesel. Non stupitevi. Fra le accise ci sono quelle per finanziare la Guerra d’Etiopia del 1935, della crisi del Canale di Suez e della ricostruzione del Vajont.

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