MONICA RASCHI
Cronaca

Confcooperative e crisi degli alloggi: "Case nelle aree militari dismesse"

Nasce Habitat Bologna, che ha come obiettivo quello di rispondere al fabbisogno di nuove abitazioni. L’analisi del presidente, Daniele Ravaglia: "Molte persone vorrebbero acquistare, ma non ce la fanno".

Confcooperative e crisi degli alloggi: "Case nelle aree militari dismesse"

Confcooperative e crisi degli alloggi: "Case nelle aree militari dismesse"

Sempre più persone vorrebbero acquistare un’abitazione a Bologna, ma i prezzi di mercato stanno diventando inaffrontabili e Confcooperative Terre d’Emilia e Confcooperative Habitat scendono in campo con la costituzione (ufficializzata due giorni fa) di una nuova iniziativa per cercare di offrire una risposto a un fabbisogno abitativo che, in città, sta diventano una vera e propria emergenza.

Di cosa si tratta?

"Habitat Bologna è la nuova iniziativa di Confcooperative Habitat, federazione che riunisce le imprese cooperative edilizie di

abitazione e cooperative di comunità a livello nazionale e Confcooperative Terre d’Emilia dedicata a soddisfare il bisogno di casa della città bolognese attraverso lo strumento cooperativo, invitando la cittadinanza a prendere parte alla creazione di un nuovo modo di abitare, che rispetti le esigenze delle persone e non le dinamiche di mercato. E’ un’iniziativa che si avvale del contributo tecnico di Kilowatt e del sostegno di Fondosviluppo", risponde Daniele Ravaglia, vice presidente di Confcooperative Terre d’Emilia e presidente di Habitat Bologna.

Avete già delle adesioni?

"Sì, sono oltre un centinaio le persone che hanno manifestato un interesse che ora deve essere formalizzato. Consideriamo che l’ufficiliazzaione della nuova cooperativa è solo di due giorni fa e un tale interesse è un segnale importantissimo, che non ci aspettavamo".

Chi sono i bolognesi interessati a far parte di una cooperativa edile?

"Sono lavoratori dipendenti, artigiani, professionisti che vogliono acquistare una casa ma i prezzi di mercato non lo permettono. Ma sono anche persone fortemente interessate alla salvaguardia ambientale ed energetica. Ad esempio ci chiedono se è previsto il recupero delle acque piovane e senza consumare altro suolo".

Avete già un’idea dove potrebbero nascere abitazioni con queste caratteristiche?

"Pensiamo alle ex aree militari dismesse: sono nel centro della città, hanno grandi spazi per i parcheggi e per il verde".

Avete avuto qualche contatto con il Comune in tal senso?

"Abbiamo già incontrato l’assessore Laudani, abbiamo presentato i bisogni riscontrati nella popolazione e chiesto sostegno, c’è stata molta attenzione da parte sua. Però bisogna agevolare il percorso da un punto di vista amministrativo, in modo che questo progetto non parta tra anni, perché l’evidenza della gravità del problema casa a Bologna è davanti agli occhi di tutti".

Quando vorreste partire?

"Iniziamo in questi giorni la promozione del progetto, raccoglieremo le adesioni in modo formale e concreto. La nostra intenzione è quella di partire nei primi mesi del prossimo anno".