Crisi Cavim, l’asta: cantina Poletti in pole

La cooperativa vinicola Cavim di Imola è in procinto di essere acquistata dalla cantina Poletti, dopo mesi di difficoltà finanziarie e contrasti interni. La vendita avverrà attraverso un'asta il 26 febbraio, con un prezzo a base d'asta di 3,8 milioni di euro. Se non ci saranno offerte valide, verrà considerata un'offerta precedente di 2,8 milioni di euro da parte della cantina Poletti. Al momento non ci sono altre manifestazioni di interesse per l'acquisto della Cavim.

IMOLA (Bologna)

Entra nel vivo l’operazione salvataggio della cooperativa Cavim, azienda vinicola con sede a Imola che, nonostante la forte crisi dell’ultimo periodo, può contare ancora oggi su quasi 200 soci conferitori di uva. La cantina Poletti, che in estate ne aveva rilevato l’attività attraverso un affitto di ramo d’azienda provvidenziale per mettere al sicuro la vendemmia, è oggi in pole position per acquistare la coop entrata a marzo 2023 in una procedura di composizione negoziata della crisi dopo mesi di difficoltà crescenti e forti contrasti interni, compreso un ammanco di vino per un milione di euro (risalente al 2022) sul quale indaga la Procura. Poi si passerà al pagamento dei creditori (il 100% di quelli privilegiati e circa il 40% di quelli chirografari) e infine all’eventuale azione di responsabilità nei confronti della vecchia dirigenza.

Tutto passa dalla gara del 26 febbraio. Due i lotti all’asta. Per il primo, si parte da 3,8 milioni. Nel caso in cui non pervengano offerte regolari ritenute valide per l’intero complesso aziendale di Cavim, saranno accettate istanze per il ‘lotto bis’, il cui prezzo a base d’asta è invece di 2,8 milioni (vale a dire l’offerta avanzata nei mesi scorsi da casa vinicola Poletti, pure questa di Imola, alla quale viene riconosciuto un diritto di prelazione sul maggior prezzo raggiunto in sede di gara).

Al momento, al di là di quella della casa vinicola Poletti, non risultano ulteriori manifestazioni di interesse per la Cavim. "A fine febbraio contiamo di arrivare a un accordo definitivo con i creditori – spiega Franco Cornacchia, uno dei consulenti scelti dal vecchio Cda della cooperativa per uscire dalle sabbie mobili –. Se entro la data di scadenza della procedura di composizione negoziata della crisi, il 25 marzo, lo avremo trovato, ci sarà la chiusura. Qualora non ci si arrivasse, verrà preso in considerazione un concordato semplificato".

Enrico Agnessi